Chiamiamoli Merlot Boys. Sono giovani. Hanno studiato. E sono entrati nel mondo del vino ticinese dalla porta principale, in aziende che hanno raggiunto tradizione e qualità grazie ai loro padri e ai loro nonni. Ora loro non vogliono fermarsi. E guardano lontano. Puntando su innovazione e nuovi mercati.
Il mondo del vino è sempre stato diviso tra tradizionalisti ed innovatori. In Ticino, a farla da padrone, è da decenni il Merlot in purezza, spesso barricato. Ma i gusti dei consumatori cambiano. "E oggi si cercano vini fruttati ed eleganti", ci spiega Andrea Conconi, direttore di Ticinowine.
Il settore in Ticino oggi ha raggiunto un livello qualitativo molto alto ed inizia a farsi un nome anche fuori dalla Svizzera. C'è dunque chi, partendo da basi più solide rispetto a quelle delle generazioni passate, guarda oltre: nella scelta di nuovi vitigni resistenti alle malattie, nelle tecniche di vinificazione, nel marketing e nei mercati di riferimento."È in atto un cambio generazionale - conferma Conconi - aiutato dalle scuole di viticoltura, soprattutto quella di Changins, che sfornano nuovi allievi".
In questo video - senza voler essere esaustivi, perché di esempi ce ne sarebbero molti altri - vi presentiamo quattro di loro, un poker di Merlot Boys: Gabriele Bianchi, Valentina Tamborini, Eliana Marcionetti ed Ettore Biraghi.
La loro particolarità? Bianchi punta sul metodo BIO senza erbicidi e su una vinificazione secondo il principio di gravità. Tamborini scommette invece su un rosé che strizza l'occhio alle mode: il Rosé Osé. Marcionetti punta sul marcelan, un vitigno poco conosciuto in Svizzera proveniente dal sud-est della Francia. E Biraghi cerca di far rivivere in maniera moderna la tecnica del vino invecchiato nell'anfora.
Joe Pieracci