La cronaca: negozi chiusi e tutti in casa: Boris Johnson ha ordinato lunedì sera misure restrittive per il Regno Unito contro la diffusione del coronavirus. Stop dunque a tutti gli esercizi commerciali non essenziali, mentre sono vietate riunioni in pubblico di più di due persone, con multe da 30 sterline ai trasgressori. Parchi aperti in parte, luoghi di preghiera chiusi, si potrà uscire soltanto per lavoro, la spesa, portare a spasso il cane, far esercizio o per assistenza.
Radiogiornale delle 08.00 del 24.03.2020: il servizio di Chiara Savi
RSI Info 24.03.2020, 10:46
Boris Johnson corre ai ripari. In meno di una settimana il Primo ministro britannico ha deciso di invertire la rotta ed è passato dall’adozione di misure molto morbide contro la diffusione del virus Covid-19 a restrizioni ben più pesanti. Il tutto è accaduto tra il 12 marzo - quando durante la conferenza stampa si è limitato a chiedere ai cittadini con tosse o febbre superiore ai 37.8 di stare nelle proprie abitazioni - e il 19 dello stesso mese, quando ha annunciato la chiusura delle scuole seguita da tutti i locali pubblici, inclusi pub, ristoranti e teatri.
La confusione, nel frattempo, è però stata protagonista di questa settimana, scandita da annunci poco chiari per i cittadini così come per gli imprenditori. Come quando ha chiesto agli inglesi di “evitare i pub e i luoghi pubblici”, senza però annunciarne la chiusura.
In assenza di indicazioni chiare, ognuno ha deciso per sé. I più allarmati, soprattutto italiani, hanno cercato di adottare misure in autonomia, dallo smart working all’utilizzo della mascherina sui mezzi di trasporto pubblici. In molti però, ancora ignari delle conseguenze che la diffusione del coronavirus potrebbe causare sul già precario NHS (il sistema sanitario nazionale britannico), hanno perseverato nelle proprie abitudini, in attesa di una presa di posizione chiara del Governo, arrivata sul finire della settimana.
Chiara Bruschi