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Il Parco del Locarnese divide

La creazione di un'oasi naturalistica piace, ma non convince tutti. Opinioni a confronto

  • 24 novembre 2017, 07:05
  • 23 novembre, 03:35
04:29

Parco nazionale del Locarnese, opportunità da non perdere o da evitare?

RSI/Lino Bini 24.11.2017, 06:30

  • rsi-Pix

Il Parco nazionale del Locarnese sta prendendo forma. Presentato ufficialmente nelle scorse settimane, il progetto per la creazione di un'area protetta coinvolgerà otto comuni e 12 patriziati e si estenderà da Bosco Gurin alle sponde del Lago Maggiore, passando per l'Onsernone e le Centovalli. Prima che la proposta possa concretizzarsi, però, dovrà superare lo scoglio della votazione popolare.

Verso un Parco nazionale del Locarnese

"Nei prossimi mesi continueremo a presentare l'iniziativa alla popolazione dei comuni coinvolti. Si tratta di un momento importante, che permetterà a tutte le persone di prendere conoscenza dei contenuti della Carta e di avanzare eventuali proposte e suggerimenti. Suggerimenti che, se del caso, saranno fatti nostri e saranno introdotti nel documento finale, che sarà oggetto di una votazione popolare nel 2018", ricorda Samantha Bourgoin, che in merito aggiunge: "Se accettata, la Carta avrà una validità di 10 anni, al termine dei quali i cittadini saranno chiamati nuovamente alle urne, per decidere se approvare o affossare l'iniziativa definitivamente".

La strada è ancora lunga, e tutt'altro che in discesa. In Onsernone, cuore del progetto, a pochi mesi dalla prima chiamata alle urne tra la gente non mancano le voci critiche, che abbiamo raccolto e messo a confronto con quelle favorevoli, che vi proponiamo nel videoreportage in apertura.

"In caso di pollice verso il prossimo anno valuteremo... Se la bocciatura dovesse arrivare da un comune periferico andremo avanti. Se ad esprimersi contro sarà invece un ente locale fondamentale per la sopravvivenza del Parco, saremo costretti a rivedere il tutto", ricorda la direttrice del progetto, che precisa: "Qualora la risposta dovesse essere positiva, il Parco continuerà, come oggi, ad essere gestito unicamente dai comuni e i patriziati che lo hanno promosso e voluto e ,quindi, dalla popolazione stessa".

Lino Bini

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