A Thiaroye sur Mer, un vecchio villaggio di pescatori ormai assorbito nella banlieue di Dakar, un carretto ricolmo di reti da pesca è diretto alla spiaggia seguito da tanti giovani ragazzi pronti a salpare.
“In questa zona tutti conoscono almeno una persona che ha tentato il viaggio verso l’Europa e sono in molti ad aver perso qualcuno in mare”, afferma la 68 enne Yayi Bayam Diouf Presidente del Collettivo delle donne che lottano contro l’emigrazione clandestina (COFLEC) mentre esce da una riunione in cui sono state raccolte offerte per una giovane rimasta sola dopo la morte del marito che tentava di raggiungere le Canarie. Yayi conosce bene questa tragedia perché in quelle acque nel 2007 ha perso il suo unico figlio.
Una piroga di pescatori si dirige al largo delle coste di Saint Louis, uno dei principali centri di partenza dei migranti del Senegal, diretti verso le isole Canarie
Dalle coste senegalesi e mauritane la “
ruta canaria” risale l’oceano per 1500 km verso l’arcipelago spagnolo ed è tra le più pericolose al mondo. Nel 2020 una serie di naufragi ha provocato più di 1800 morti. Il numero di sbarchi sulle isole non era così alto dal lontano 2006, con oltre 23mila arrivi mentre l’anno prima erano stati circa 2700. Gli esperti prevedono che per il 2021 questi numeri aumenteranno.
La perdita ha spinto Yayi a reagire. Dopo molte lotte è diventata la prima donna ad essere ammessa su una piroga da pesca e in seguito ha fondato il COFLEC per aiutare le donne ad emanciparsi economicamente e socialmente, organizzando corsi di formazione e gestendo un allevamento di molluschi assieme ad altre compagne. Yayi è convinta che se le donne acquisteranno maggiore autosufficienza in una società ancora troppo patriarcale, si potranno risolvere molti dei problemi economici che spingono i giovani a partire.
Carlotta Giauna - Davide Lemmi - Marco Simoncelli