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Il "quinto seggio" balla in Ticino

Mancano sei mesi alle elezioni cantonali: la campagna elettorale è iniziata. Tra incognite e possibili sfide, ecco la griglia di partenza nella corsa al Governo

  • 24 ottobre 2018, 07:38
  • 22 novembre, 23:58
04:16

In Ticino balla il "quinto seggio"

Joe Pieracci e Alberto Dagnino 23.10.2018, 21:28

Congressi, direttive, riunioni di colonnelli, candidati che chiedono l'amicizia su Facebook e le ultime trattative in vista della chiusura delle liste per il Consiglio di Stato. A sei mesi dalle elezioni cantonali del 2019 la campagna elettorale è partita. Ma sulla griglia di partenza, tra i partiti di Governo, ci sono ancora diverse caselline aperte. Se in casa PLR e PS i giochi sono chiusi, sia la Lega (eventualmente congiunta con l'UDC) sia il PPD non hanno ancora confermato i cinque nomi in lizza. Manca poco però: qualche giorno. E i candidati saranno ufficializzati. Allora il carrozzone ingranerà la marcia e correrà spedito - tra promesse elettorali, slogan, santini, comizi, sondaggi, trasmissioni, cartelloni, banner pubblicitari ed inevitabili polemiche e scontri - fino al 7 aprile 2019.

"Ci sono partiti in calo e altri in crescita: si tratta senz'altro di elezioni con diverse incognite", spiega Nenad Stojanovic, politologo e professore di scienze politiche all'Università di Ginevra, analizzando la situazione.

"In particolare c'è un equilibrio abbastanza instabile per la questione di quello che io definisco il “quinto seggio” in Governo, attualmente del PS, che può essere a rischio. In caso di calo socialista dell'1,5% ai liberali per conquistare la seconda poltrona basterà guadagnare l'1,5% rispetto alle ultime elezioni", aggiunge.

Tra Lega ed UDC un'intesa ancora non c’è. “Ma è chiaro che l’accordo per la Lega è molto importante, perché senza l’UDC il secondo seggio di Via Monte Boglia non è sicuro al 100%”, afferma ancora Stojanovic.

A livello dei singoli candidati, la situazione che fa maggiormente discutere è invece quella che si è venuta a creare nel PPD. L’ex presidente Giovanni Jelmini non è nella cinquina proposta dalla commissione cerca, ma ha fatto sapere di voler portare la propria candidatura davanti alla direttiva. "Non so se potrebbe lanciare una vera sfida a Paolo Beltraminelli perché sono ormai otto anni che è lontano dalla politica", conclude Stojanovic. "A meno che per il ministro uscente, da qui ad aprile, emergano nuovi sviluppi sul caso Argo...".

Joe Pieracci

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