Duha è una giovane giornalista di Baghdad, che nella sua città vive e lavora. Insieme ad altri colleghi collabora alla piattaforma di citizen journalism soutuna.com, che significa "la tua voce". Ogni giorno esce di casa alla ricerca di notizie, storie da raccontare, problemi da denunciare. In queste settimane sta realizzando una serie di interviste sul tema della poligamia: smartphone e microfono alla mano, ferma la gente per strada e chiede un’opinione sul tema a donne, uomini, giovani e adulti che abbiano voglia di farsi riprendere e dire la loro.
Questa ragazza dalla risata contagiosa, in jeans, camicia e sneakers rosse, la incontriamo a Karrada, quartiere centrale di Baghdad che rappresenta tutto il fermento culturale di una città complessa da vivere, e che non si arrende alla paura degli attacchi terroristici, alla corruzione della classe politica, alla povertà, alle imposizioni delle milizie che controllano più spazi delle forze dell’ordine "ufficiali". Karrada è il cuore della Baghdad di artisti, scrittori, attori; dove si trovano librerie, caffetterie, spazi aperti a proiezioni di film, dibattiti, mostre. E dove è normale, davanti ai tavolini di un caffè, trovare la prima rastrelliera per biciclette, risultato della mobilitazione di un gruppo di ragazze come Dhua che rivendicano il diritto alla mobilità.
La scorsa estate, il 3 luglio, Karrada è stata colpita da uno dei più sanguinosi attentati mai avvenuti a Baghdad dal 2003: trecento persone sono morte e altre centinaia sono rimaste ferite. Da allora, ogni sera dopo le 22, tutta la strada viene chiusa al traffico, per poi essere riaperta all’alba.
Terza di sette figli, dopo una laurea in risorse idriche, Dhua ha colto l’occasione di diventare videomaker, raccontando la sua storia per un canale tv. Da allora non ha più smesso.
Ilaria Romano