A tremare non è stata solo la terra. Il terremoto di Ischia ha spazzato via le certezze di 1'600 persone, senza più la propria casa. Tante le polemiche sui danni eccessivi rispetto alla scossa, sui problemi nei piani di evacuazione e sull’allarmismo che in una notte ha fatto scappare più di mille turisti. Il 21 agosto, l’ipocentro era a 1,73 chilometri di profondità, quindi vicinissimo alla superficie e dunque, anche se di bassa intensità, devastante. Ci sono punti dell’isola nei quali la scossa non è stata avvertita, perché tutto si è svolto in una striscia di terra lunga un chilometro. Solo due dei sei comuni dell’isola sono stati colpiti: Casamicciola e Lacco Ameno.
L’isola ha vissuto e vive una doppia velocità. C’è la zona rossa, con macerie ovunque, odori nauseabondi di animali morti e materiale avariato. E poi il mare, le spiagge, la movida serale e il flusso continuo di visitatori. È solo nella parte superiore di Ischia, che si vedono le cicatrici del terremoto.
Oltre 2'000 edifici inagibili
Su un’isola nella quale 600 case abusive sono destinate all’abbattimento e le autorità sono confrontate con 27'000 pratiche di condono, è facile pensare all’abusivismo, ma chi ha vissuto quella notte assicura di aver perso il proprio edificio nonostante fosse stato ristrutturato recentemente, rispettando tutte le norme anti-sismiche.
"Non ci danno un piano regolatore dal 1942. Quindi i permessi per costruire sono difficili da ottenere. È normale che a quel punto io inizio a costruire la casa per i miei figli. Se questo è abusivismo, allora tutta l’isola di Ischia non dovrebbe esistere, perché è tutta abusiva", racconta Alessandro Toscano, che ha passato diverse ore sotto le macerie, con l’angoscia di sapere anche i suoi tre figli e la moglie sotto la palazzina di Casamicciola crollata. Tutti salvi, ma l’isola piange due morti e diversi feriti.
Gli sfollati sanno che i sette milioni di euro stanziati per l’emergenza non serviranno a ricostruire, ma solo a cercare una sistemazione. Il contributo sarà dai 400 ai 900 euro mensili a famiglia. Tutto questo per i primi mesi poi, finiti i solei, le famiglie torneranno a brancolare nel buio. In molte aree dell’attuale zona rossa non si potrà più ricostruire.
Circa 2'000 edifici danneggiati. C’è chi ha perso tutto. Molte persone oltre all’abitazione, hanno perso il lavoro. Esercizi commerciali, negozietti d’artigianato, strutture termali, alberghi. Tutto sepolto o reso inagibile. I danni sono ancora inestimabili.
Lorenzo Giroffi