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L’isola fragile che protegge Venezia

Il riscaldamento globale mette alla prova la sopravvivenza di Pellestrina, la lingua di terra che fa da scudo alla laguna

  • 5 marzo 2020, 06:47
  • 22 novembre, 19:47
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Pellestrina, l'isola che non vuole scomparire

RSI/Elena Boromeo 05.03.2020, 06:45

Di: Elena Boromeo 

A Pellestrina, il sole sorge e tramonta sul mare. In alcuni punti lo si potrebbe vedere restando sempre nella stessa posizione, tanto è stretta l’isola. A guardarla dall’alto, sembra una sottile barriera che separa la laguna di Venezia dal mare aperto. E in un certo senso, lo è: percorrendo i suoi 11 chilometri di lunghezza, si costeggia un muro alto, costruito per fermare le mareggiate. Oltre il muro, c’è una spiaggia, anche questa creata apposta per frenare il moto incessante dell’Adriatico. Dall’altra parte, sul versante ovest, più dolce, sorgono le case. Sull’isola, infatti, abitano circa 4’000 persone: abbastanza per avere due squadre di calcio rivali.

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I "murazzi"

  • RSI/eb
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Uno scorcio delle case dell'isola

  • RSI/eb

Lontana dai riflettori di Venezia e del Lido, dove si tiene la Mostra del cinema, Pellestrina vive principalmente di pesca. Eppure, con le altre due località più celebri condivide l’amministrazione (il sindaco è sempre lo stesso) e un ritmo di vita, unico al mondo, scandito dalle maree. Quando lo scorso 12 novembre a Venezia l’acqua alta ha raggiunto il livello record di 187 centimetri allagando anche la Basilica di San Marco, Pellestrina è stata sommersa. Complici le fortissime raffiche di vento che soffiavano dalla direzione della laguna, l’allagamento della piccola isola è stato improvviso e violento. Inoltre, un difetto di progettazione delle pompe ha fatto sì che l’acqua salata persistesse per circa 24 ore, penetrando nei piani terra di quasi tutte le abitazioni. Un uomo è morto folgorato.

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  • google maps

Per trovare un evento altrettanto catastrofico, la memoria degli abitanti deve risalire al 1966, quando il mare, spinto dallo Scirocco, sfondò i “murazzi” e invase l’isola. La preoccupazione, però, adesso, è che non si tratti più di fenomeni eccezionali. Il mese di novembre 2019 è stato ritenuto il peggiore di sempre per frequenza e picchi di alte maree, e i pescatori dell’isola non hanno dubbi: il livello dell’acqua si sta alzando. Le previsioni scientifiche sugli effetti del riscaldamento globale non sono tutte concordi e le stime, per il 2100, parlano di un innalzamento del livello dei mari che potrebbe andare da 50 centimetri a oltre un metro, forse addirittura due. Se così fosse, l’isola di Pellestrina dovrebbe essere rinforzata e riprogettata. In caso contrario, rischierebbe di scomparire. E con essa, anche la laguna per come la conosciamo oggi. Venezia compresa.

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RG 18.30 del 05.03.2020 - Il reportage di Elena Borromeo

RSI Info 06.03.2020, 11:06

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