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L'India scommette sulla juta

La lotta alla plastica monouso e ai cambiamenti climatici passa anche da valorizzazione ed uso di prodotti naturali quali questa fibra

  • 20.03.2019, 06:48
  • 22.11.2024, 22:43
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La fibra d'oro dell'India

RSI/Davide Lemmi - Marco Simoncelli 20.03.2019, 19:12

  • RSI/Davide Lemmi - Marco Simoncelli

La produzione della juta, in India, non è cambiata molto negli ultimi 100 anni ed ora il Paese scommette su questo prodotto. Un tessuto antico migliaia di anni, la cui raccolta e produzione sono state appena sfiorate dalla tecnologia moderna. Nuova Delhi ha un vivo interesse nel sostenere l’industria, che impiega 400mila lavoratori e sostiene circa 4 milioni di famiglie. E nonostante la flessione nel consumo interno, gli investimenti fatti nella ricerca e nella diversificazione del prodotto stanno dando frutti.

Secondo il National Jute Board, le esportazioni di juta sono cresciute da 226 milioni di euro nel 2014/15, a 270 milioni di euro nel biennio 2017/18. Attualmente i maggiori importatori occidentali sono gli Stati Uniti, con il 21% del totale, il Regno Unito e la Germania, ma è interessante notare i mercati in espansione. Numerosi Paesi africani e del Golfo Persico stanno aumentando l’acquisto di juta.

Le nuove applicazioni del prodotto in ambito edile, ingegneristico e dell’arredamento sono molteplici, tanto da attrarre anche grossi brand internazionali alla ricerca di una diversificazione per ridurre l’impatto ambientale. Ma anche all’interno dei confini dell’India, la juta sta riprendendo quota grazie anche alla lotta alla plastica che da Nuova Delhi si sta estendendo ovunque. Obiettivo: l’indipendenza dai prodotti di plastica monouso entro il 2022.

Davide Lemmi - Marco Simoncelli

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