"Negli anni '80 le discoteche erano piene; il Morandi di via Trevano, a Lugano, d'estate teneva aperto 6 sere a settimana. Non mancavano i VIP e c'era un movimento straordinario, che ruotava intorno a Lugano, St. Moritz, Zurigo, Ginevra... è stato un periodo di grande fermento che però ha iniziato a spegnersi a metà degli anni 2000, in modo inarrestabile. Inutile illudersi, i tempi d'oro saranno difficilmente ripetibili". Così Jonathan Tedesco, storico DJ e direttore artistico, racconta ai microfoni della RSI la parabola della night life luganese.
Ingressi dimezzati e chiusure
Una crisi difficile da quantificare con numeri o percentuali: "Non possediamo dati statistici esatti sulle discoteche. Sappiamo solo quello che ci dicono in modo generico", spiega Roberto Badaracco, titolare del Dicastero cultura, sport e eventi di Lugano. I gestori da noi intervistati (vedi il video in testa all'articolo) non nascondono le difficoltà. Tra gli addetti ai lavori c'è chi ha visto dimezzare gli ingressi, chi ha dovuto limitare l'apertura al sabato sera, chi ha cambiato nome al locale cercando di reiventarsi. Qualcun altro si è arreso alla dura legge del mercato e ha dovuto chiudere (come il Titanic, Villa Sassa, il Madai o più recentemente il Chocolate).
Le ragioni della crisi
A picconare il modello di discoteca che conoscevamo, va detto, hanno contribuito anche gli episodi di cronaca: risse, accoltellamenti, intimidazioni e ancora blitz antidroga, controlli antialcool e retate. Sullo sfondo la crisi economica: "Ci sono meno soldi, quindi si esce meno e si sceglie: o l'aperitivo, o la cena o la discoteca", spiega Fabio De Robbio, gerente del Just Cafè. Senza dimenticare la concorrenza da parte dei bar che, grazie alla legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione (LEAR), possono restare aperti fino alle 2 di notte. I clienti approfittano dei prezzi più bassi dei drink e della musica diffusa... e poi dimenticano la discoteca. Infine sono comparse alternative di intrattenimento casalingo (la distribuzioni di film sul web, come Netflix) e un modo diverso di organizzarsi per le uscite serali: con social network e app si decide la destinazione finale, saltando i luoghi di ritrovo classici.
Ricette per il futuro
Insomma, sembrano passati anni luce da quando "Lugano poteva vantare un collegamento con New York", prosegue con il suo Amarcord Jonathan Tedesco. "Nel 1981 un gruppo di ticinesi realizzò l'unico locale che fece davvero concorrenza al Club 54, si chiamava Xenon. Un pezzo di storia nostro ben fissato nella memoria dei newyorkesi...", aggiunge. E in futuro? "Prevedo che funzioneranno sempre di più i grandi eventi ben organizzati e massificati, come Tomorrowland (un grande festival di musica elettronica, che richiama ormai migliaia di appassionati da tutto il mondo. La prima edizione si è svolta in Belgio nel 2005 n.d.r.). E avranno successo i locali che danno la possibilità di divertirsi con un'offerta ampia: una via di mezzo tra il bar, il ristorante e la discoteca".
Massimiliano Angeli