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La libertà passa dai capelli

Colombia tra pace e guerriglia, ma Colombia anche tra passato e futuro, tra tradizione e creatività. Il tutto, da 10 anni, a Bogotà

  • 7 aprile 2018, 08:06
  • 23 novembre, 02:15
03:15

Peluqueras asesinas

RSI/Stefania Summermatter 07.04.2018, 09:00

  • ©Stefania Summermatter

Un gruppo di donne ha fatto del taglio dei capelli uno strumento di cambiamento sociale, in un contesto di guerra. Lo ha fatto nel centro storico di Bogotà e l'esprienza dura ormai da dieci anni.

Formatasi nel campo della pubblicità, Melissa Paerez ha cominciato a tagliare i capelli agli amici quasi per gioco, durante un soggiorno linguistico a Londra. E col tempo quel gioco è diventato la sua passione e il suo mestiere. Di ritorno a Bogotà, nel 2008 ha così aperto un salone nel centro storico, la Candelaria, dove per principio le parrucchiere sono artiste e non devono avere alcuna formazione specifica.

Forbici alla mano, senza specchi né modelli, le giovani donne della "Peluqueria" trasformano le teste dei clienti in piccole opere d'arte, con l'obiettivo di spingerli ad uscire dalla logica paralizzante della guerra. In Colombia, la cultura è d'altronde sempre stata un'arma di resistenza per una parte della popolazione e oggi Bogotà è considerata tra le città più creative dell'America latina.

Ad oltre un anno dalla firma degli accordi di pace, la Colombia non ha però ancora voltato la pagina del conflitto. Se le FARC hanno effettivamente deposto le armi, i negoziati con l'altra principale guerriglia - l'ELN (Esercito di liberazione nazionale) - sono in fase di stallo, e diversi gruppi eredi del paramilitarismo continuano a seminare sangue e terrore. Nei soli mesi di gennaio e febbraio sono stati assassinati oltre 40 difensori dei diritti umani. Un livello di violenza che ricorda gli anni bui del conflitto, con l'aggravante che oggi poco o nulla si sa sugli autori di questi crimini e sulle loro motivazioni.

L'accordo di pace con le FARC è inoltre appeso a un filo. Da un lato perché il governo non ha ancora implementato alcuni dei punti centrali dell'intesa, come la riforma agraria che permetterebbe alle vittime di recuperare le proprie terre o le misure di reinserimento sociale previste per gli ex guerriglieri. Dall'altro perché, dopo le legislative dell'11 marzo, il 27 maggio si terranno le elezioni presidenziali e se a vincere sarà la destra vicina all'ex presidente Alvaro Uribe, l'accordo potrebbe essere rivisto al ribasso, con il rischio che parte delle FARC decida di riprendere le armi.

Stefania Summermatter

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