La centrale idroelettrica di Hidroituango in Colombia è l'ultima grande costruzione tra quelle sorte un po' ovunque in America latina dagli anni '70 in poi. La centrale, che si prevede entrerà in funzione nel 2020, avrà 8 turbine capaci di generare 2400 MW di energia. La diga, alta 220 metri, racchiude un lago lungo 560 metri, capace di contenere fino a 2720 milioni di metri cubi d'acqua. Un mega progetto che porterà indubbi benefici a molte località dell'Antioquia tuttora sfornite di energia elettrica. Ma... c'è un ma: i benefici hanno, come contraltare, gli elevati costi ambientali. Su tutti: perdita di biodiversità e amputazione dell'ecosistema, letteralmente tagliato in due dalla megaopera.
Un esempio: già oggi una pianta infestante sta ricoprendo la superficie del lago, il Buchón de agua (in italiano Giacinto d'acqua) una delle 100 piante infestanti più pericolose al mondo, secondo il rapporto dell'IUCN. Qui, nella valle del Cauca, il Giacinto d'acqua ha invaso il fiume dopo la costruzione del bacino per la centrale idroelettrica e ha portato come conseguenza indiretta un virus tramesso dalle zanzare: la Leishmaniasis, che colpisce già più del 50% della popolazione del villaggio di Sabanalarga. Se a ciò si aggiunge che, il 12 maggio 2018, a causa di forti e impreviste pioggie, un tunnel sotterraneo si è otturato e che per salvare l'impianto è stato necessario riversare migliaia di metri cubi d'acqua nel fiume Cauca con conseguente distruizone del villaggio di Puerto Valdivia, non sembrerà strano che questa sia definita "la diga della discordia".
Sfrattati dalla diga di Hidroituango
Samuel Bregolin