Le immagini delle macerie del ponte Morandi di Genova stanno facendo il giro del mondo. Ma non tutti sanno che già in passato, qualcuno aveva denunciato l’invasività dell’infrastruttura proprio attraverso la fotografia. A farlo è stato Michele Guyot Bourg, i cui scatti in questi giorni sono diventati virali. Risalgono agli anni Ottanta e sono dedicati proprio al viadotto che ora non c'è più e sulla sua "incidenza negativa" nella vita di tutti i giorni.
Il lavoro — intitolato "Vivere sotto una cupa minaccia" — ha richiesto quattro anni di ricerca tra Nervi, Voltri e le vallate Bisagno e Polcevera. L'autore spiega che, all'epoca, "ha avuto un grande successo in molte città italiane e circoli privati, tranne che a Genova: qui, alle istituzioni, non era proprio piaciuta. E chissà perché!", si chiede ironicamente nel post.
Il testo è accompagnato da 24 istantanee che mostrano l'imponente opera di ingegneria a ridosso dei palazzi e la "vista" che questi offrono dalle finestre delle stanze, con gli autocarri che sfrecciano a pochi metri di distanza da salotti e cucine. Non mancano le testimonianze dei giornali dell'epoca. I ritagli, raccolti in un'unica immagine, mostrano titoli che parlano chiaro e che di certo non elogiano la costruzione: "Piovono ruote dal viadotto", "Un camion sbanda e vola giù", "Come bombe dall'autostrada".
px