Il suo vero cognome è Verjbitkii. È nato in Siberia 37 anni fa e ha già scritto otto libri dal 2009, quindi una media di uno all’anno. Il prossimo libro, il nono, uscirà in questi primi mesi del 2018. È un libro che considera l’ideale continuazione delle storie dei protagonisti del suo primo romanzo, Educazione siberiana.
Lui, lo scrittore, è Nicolai Lilin, naturalizzato italiano, le cui storie di vita e di guerra, sono state al centro di molte controversie. A partire proprio da quelle narrate in quel suo primo romanzo, in cui racconta la propria giovinezza prima in Siberia, poi in Transnistria, dove si era trasferito con la famiglia, fra violenza, pistole e coltelli, carcere e risse, esercito e bande irregolari, il tutto attraverso due guerre locali, in Cecenia e poi appunto nella repubblica ex sovietica che “pare non esistere”, in quella Transnistria, dichiaratasi indipendente dalla vicina Moldova. E proprio da questo romanzo, Educazione siberiana, diventato subito un caso letterario, il regista Gabriele Salvatores realizzò un film di successo nel 2013, con protagonista l’attore John Malkovich.
Scrittore amato ma controverso, ma anche abile tatuatore, Nicolai Lilin ha da poco inaugurato un locale a Milano, il Marchettificio, dove lui stesso opera, disegnando sulla pelle soprattutto tatuaggi legati alla sua tradizione siberiana. E proprio qui lo abbiamo incontrato…
Claudio Moschin