La produzione di carta in Svizzera ha una lunghissima tradizione, che inizia già nel XV secolo, quando ancora si ricavava la carta dagli stracci. Grande fu poi l’espansione dell’attività in particolare nel XIX secolo, con la diffusione delle macchine e la lavorazione della cellulosa.
La fabbricazione della carta è un tassello centrale della storia industriale elvetica e accanto a grandi successi ha sempre vissuto anche profonde trasformazioni.
Soprattutto negli ultimi decenni si è assistito a un’accelerazione delle chiusure di fabbriche attive nella produzione di carta e cartone. Basti pensare che dall’inizio di questo secolo il numero di produttori di carta in Svizzera si è ridotto di due terzi, passando da 23 fabbriche a 8.
Riescono a resistere quelle fabbriche che puntano sulla produzione di cartone e carta per usi particolari (come imballaggi o rivestimenti speciali ad esempio per prodotti alimentari e cosmetici). Le sfide oggi sono soprattutto la forte concorrenza a livello internazionale, le sovracapacità e i costi della materia prima.
Carta e cartone in Svizzera: le cifre della crisi
La fine di Utzenstorf, fabbrica per la carta da giornale
La fabbrica di carta per la stampa di giornali di Utzenstorf, nella campagna bernese, è stata colpita in pieno dall’evoluzione del mercato e ha recentemente annunciato la sua chiusura. E’ solo l’ultimo esempio in ordine di tempo.
Una fabbrica dalla lunga tradizione e che alla fine di quest'anno, invece di celebrare i 125 anni di esistenza, dovrà cessare la sua attività. 200 collaboratori perderanno il lavoro.
Una fabbrica in cui ancora si respira (o meglio, ormai, si respirava) un'atmosfera familiare, con i dipendenti e la dirigenza che hanno sempre lavorato fianco a fianco, in questi ultimi anni di grossi sacrifici, per cercare di salvare e rilanciare l'azienda. Ma tutti gli sforzi non sono bastati.
Annunciare la chiusura non è stato facile per il direttore Alain Probst, che è legato alla fabbrica da ormai 30 anni. "Eravamo però come una nave nell'Oceano", ci ha detto. "Le macchine e il timone della nave erano in ordine, ma le onde del mercato ormai erano troppo grandi per noi."
Industria della carta in crisi: l'impatto della digitalizzazione descritto da Alain Probst, direttore generale della Utzenstorf Papier
rsi 21.09.2017, 17:38
La prima grande onda si chiama franco forte. I prezzi di riferimento per la carta sono in euro e la Utzenstorf Papier esporta il 60 percento della sua produzione.
Poi c'è la diminuzione della richiesta di carta per giornali a causa della crescente digitalizzazione: si legge sempre di più attraverso i dispositivi elettronici.
Infine c'è l'aumento del prezzo della materia prima, ovvero la carta straccia, che oggi costituisce la risorsa principale per la produzione di nuova carta. C’è una gara globale per accaparrarsi la carta usata e questo fa aumentare il suo prezzo. Una quantità sempre maggiore di carta straccia europea, ad esempio, viene venduta in Estremo Oriente. Vari milioni di tonnellate di carta vecchia partono ogni anno via nave verso l'Asia, la Cina.
L’ottimismo della Perlen Papier, l’ultima fabbrica di carta da giornale rimasta
Con la scomparsa della Utzenstorf Papier, in Svizzera rimarrà così dal 2018 un unico produttore di carta per giornali e riviste: la lucernese Perlen Papier.
L'azienda, con 360 collaboratori, esporta circa l'80 percento della sua produzione.
La sua dirigenza loda la qualità del proprio prodotto ed è ottimista per il futuro, tanto che ha investito ben 500 milioni di franchi in una nuova macchina in grado di produrre 360mila tonnellate di carta all'anno. Un colosso ad alta tecnologia lungo 130 metri e che ogni giorno fa uscire dalla sua bocca un nastro di nuova carta largo dieci metri e con una lunghezza sufficiente per coprire la distanza da Perlen (Lucerna) al Cairo!
"E' stato l'investimento giusto per competere a livello internazionale", ci ha detto il direttore della Perlen Papier, Klemens Gottstein. "E' una delle macchine più moderne al mondo e ci permetterà di aumentare ulteriormente la produttività."
Industria della carta in crisi: le considerazioni di Klemens Gottstein, direttore generale della Perlen Papier
rsi 21.09.2017, 17:39
E questo significa minori costi di produzione.
La Perlen Papier in futuro inoltre dovrà comprare anche meno materia prima all'estero per la sua produzione. Ha infatti rilevato dalla Utzenstorf Papier la sua struttura di smistamento della carta straccia e i suoi contratti con i fornitori svizzeri. La riflessione è questa: se si ridurranno le importazioni e i trasporti, anche i costi per la materia prima si abbasseranno.
Insomma, Utzenstorf e Perlen: due destini a confronto. Nel canton Berna si chiude una fabbrica di carta dalla lunga tradizione e termina così un pezzo di storia industriale della regione. Nel canton Lucerna si è invece convinti che la produzione di carta da giornale in Svizzera sopravviverà.
Saul Toppi