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Matteo e i guardiani della terra

La pandemia ha creato problemi a tutti, anche agli agricoltori, ma molti di loro hanno reagito facendo di necessità virtù

  • 22 maggio 2020, 07:39
  • 22 novembre, 19:23
03:44

Dal campo a casa

RSI/Sara Manisera - Arianna Pagani - Ruben Lagattolla 22.05.2020, 07:45

Di: Sara Manisera - Arianna Pagani 

Oggi, giornata mondiale della biodiversità, noi ci rechiamo in campagna per incontrare Matteo Scarpellini, 36 anni, agricoltore e membro attivo di Slowfood, con alle spalle un passato da grafico. Da quattro anni ha deciso di dedicarsi alla terra e alla natura sull’Appennino bolognese, producendo prodotti biologici, senza trattamenti e seguendo la stagionalità.

Con l’emergenza Covid-19, però, i mercati rionali sono stati chiusi dalle autorità, lasciando Matteo e altre decine di contadini senza un mercato di riferimento a cui vendere la frutta e la verdura.

Matteo e Rosilde, la sua compagna. Da quando è iniziata l'emergenza covid-19 lavora in smart-working da casa

Matteo e Rosilde, la sua compagna. Da quando è iniziata l'emergenza covid-19 lavora in smart-working da casa

  • ©Arianna Pagani

Scarpellini, insieme ad altri sei agricoltori, non si è arreso e ha deciso di riorganizzarsi. “Abbiamo creato un form online con tutti i prodotti. I cittadini fanno l’ordine e noi consegniamo la spesa gratuitamente a casa”, spiega.

Anche i prezzi non sono aumentati, a differenza della grande distribuzione organizzata, Matteo ha mantenuto i prezzi degli ortaggi uguali a prima. “Noi siamo i guardiani della terra da difendere perché ci prendiamo cura dell’ambiente e perché produciamo il cibo per tutti”.

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