Il Festino di Santa Rosalia è una delle celebrazioni religiose più sentite e partecipate in Sicilia. La Santa è la patrona della città di Palermo dove ogni anno, in luglio, ha luogo la commemorazione in suo onore per avere miracolosamente salvato la città dalla pestilenza del 1625 secondo quanto narra la tradizione. Successivamente, nella notte tra il 3 e 4 settembre, migliaia di devoti fanno la tradizionale "acchianata" (salita) recandosi a piedi al Santuario di Santa Rosalia sito sul Monte Pellegrino attraverso un antico sentiero di circa 4 km.
"Palermo Bambina" è stato il tema conduttore del 394° Fistinu di Santa Rosalia che, anche stavolta, ha visto la massiva partecipazione dei fedeli. Il clou del Festino è senz'altro l'uscita serale del Carro trionfale, costruito appositamente di anno in anno, che rappresenta la metafora del trionfo della Santa. Quest'anno il carro era un veliero a due alberi colorato da rose e lilium i fiori simbolo di Rosalia.
Partendo dalla cattedrale la statua della "Santuzza", posta sul carro, raggiunge il mare tra musiche, canti, grida, esibizioni, coreografie, spettacoli e danze acrobatiche. In nottata la grande processione popolare assiste allo spettacolo pirotecnico che chiude i festeggiamenti. L'indomani è invece il giorno solenne delle cerimonie religiose. Oltre alle messe della giornata nel tardo pomeriggio inizia la processione con le reliquie della Santuzza poste all'interno di un'urna d'argento che al grido “Viva Santa Rosalia” attraversa le vie più popolari della città sino a notte.
In tale contesto di festa e di fede passionale i devoti e i numerosi turisti attratti dal Festino consumano alcuni dei cibi che fanno parte della tradizione popolare palermitana come i babbaluci (le lumache bollite con aglio e prezzemolo), lo sfincione (una sorta di pizza al taglio), la pasta con le sarde, il polpo bollito, la pannocchia bollita, calia e simenza (ceci e semi di zucca) e l'anguria.
Dario Lo Scalzo