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Riprendersi la vita a Taranto

Quattro esperienze - dalla campagna al centro città - che ai giorni dello scoramento hanno fatto seguire quelli della creatività

  • 9 maggio 2018, 07:47
  • Oggi, 01:38
04:51

Terra e minerale - Taranto 2

RSI/Ilaria Romano - Mauro Consilvio 09.05.2018, 07:30

  • ©Mauro Consilvio

Quando si parla di lavoro a Taranto il primo pensiero corre al settore industriale, ma come per il mare, anche la terra ha subìto e continua a subire l’impatto dell’inquinamento. A tutt’oggi vige un divieto di pascolo nei terreni entro un raggio di 20 km dal polo siderurgico, emanato dalla Regione Puglia nel 2010. Vincenzo Fornaro, titolare insieme al fratello della Masseria Carmine, ha vissuto direttamente l’abbattimento di tutte le sue pecore, nel 2008, proprio a seguito dell’allarme diossina riscontrata nelle carni. Sono 15 gli allevatori che hanno cessato le loro attività e che, a tutt’oggi, non possono allevare bestiame né coltivare i terreni per uso alimentare. Ed è per questo che Vincenzo ha deciso di riconvertire la sua azienda agricola dedicandosi alla produzione della canapa nell’ambito di un progetto per bonificare i terreni contaminati.

Di bonifica abbiamo discusso anche con Alessandro Marescotti, presidente dell’associazione Peacelink, fra i primi a monitorare i dati sull’inquinamento a Taranto e ad effettuare un’azione di comunicazione e prevenzione del rischio nei confronti dei cittadini. Nel quartiere Tamburi, il più vicino al siderurgico, ci ha mostrato come le polveri presenti ai bordi delle strade siano composte da derivati dal processo industriale, nonostante diverse e successive azioni di “pulizia” dei terreni. Proprio nel quartiere Tamburi, il più colpito dall’inquinamento, stanno nascendo comitati e progetti dal basso, per riappropriarsi di spazi di socialità negati dove stare all’aperto è un rischio per la salute, ma dove si può comunque progettare ed educare alla bellezza. Il comitato A Tamburi Battenti, di cui Lucia Lazzaro è coordinatrice, incentra le sue attività nel teatro da poco inaugurato all’interno degli spazi della parrocchia di San Girolamo, ma ha anche realizzato corsi professionali di sartoria e falegnameria, oltre che attività per bambini e ragazzi. Mirko Maiorino, operaio Ilva, ci racconterà invece di un altro comitato, quello dei Cittadini e lavoratori liberi e pensanti, che per la prima volta ha riunito operai e cittadini in una battaglia comune, quella per la rinascita di Taranto, con la chiusura delle fonti inquinanti e una bonifica che guardi al futuro.

Ilaria Romano - Mauro Consilvio

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