La Fondazione Obrazovanje Gradi BiH (L’educazione costruisce la Bosnia Erzegovina) sorge nella semiperiferia di Sarajevo. Eroga borse di studio e contributi scolastici per orfani di guerra, figli di veterani, bambini poveri e rom. Si finanzia con donazioni, bandi, organizzazione di eventi e vendita di calendari.
Il fondatore è l’ex generale Jovan Divjak, un nome molto conosciuto a Sarajevo e non solo. Uno dei serbi che scelse di proteggere la città dall’aggressione dell’esercito serbo-bosniaco, sostenuto da Belgrado. Divenne uno dei comandanti della difesa.
Divjak creò la Fondazione nel 1994, mentre ancora erano in corso i combattimenti. “A Sarajevo si contavano 1000 bimbi uccisi, tanti altri nel resto del Paese erano rifugiati e c’erano tante scuole distrutte. Ho pensato che questa fosse la cosa giusta da fare”, ci ha spiegato il generale.
Per un Paese povero e diviso, anche a livello scolastico, che fa ancora enorme fatica ad elaborare gli eventi degli anni ’90, investire sui ragazzi è una delle cose che possono fare la differenza. O almeno mettere in circolo un po’ di speranza. “Come diceva Nelson Mandela, l’educazione era l’arma che poteva cambiare il mondo”, ci ha detto Divjak, incontrato nella sede della Fondazione, dove abbiamo parlato anche con alcuni dei tanti borsisti che nel corso di questi anni hanno ricevuto un sostegno (vd video).
Ed è con questa storia - che trova la sua fonte nel passato ma guarda al futuro - che chiudiamo questi racconti da Sarajevo a venticinque anni dall’inizio dell’assedio: il più lungo della storia contemporanea.
Matteo Tacconi