Seconda puntata del nostro viaggio nel traffico di cocaina: oggi lungo la frontiera con le guardie di confine. La settimana prossima parleremo invece dei padroni dell'oro bianco: la 'ndrangheta, che importa tonnellate di droga in Europa trattando direttamente coi narcos colombiani.
"Questo è un lavoro fatto da professionisti: ci vogliono molti soldi e molte ore per una modifica del genere”. Sguardo attento e mani consumate dal lavoro sul campo, il sergente Mirco Tettamanti - del gruppo specialisti visite delle guardie di confine - di automobili adibite al trasporto di droga ne ha smontate tante, ma ancora si sorprende quando ce ne mostra una in cui è stato ricavato un vano lungo quasi tutta la scocca, presumibilmente adibito al trasporto di droga. Presumibilmente, perché quando è stata intercettata in dogana, a Chiasso, la vettura era vuota. Forse la partita era già giunta a destinazione, o forse doveva essere acquistata oltre confine. Il veicolo è stato comunque posto sotto sequestro mentre gli occupanti - un’intera famiglia proveniente dall’Est Europa - dichiaratisi estranei alla manomissione, hanno potuto continuare il viaggio.
Storie come questa dimostrano come il Ticino sia diventato un vero e proprio corridoio per il trasporto degli stupefacenti, soprattutto di cocaina. Droga trasportata su gomma attraverso l’asse nord-sud, acquista sulle piazze olandesi o in quelle del sud e dell’est del Vecchio continente, per viaggiare in nascondigli tutt’altro che di fortuna all’interno di automobili o nei rimorchi dei mezzi pesanti. In speciali alcove realizzate da capaci carrozzieri ed elettrauto al soldo delle organizzazioni criminali.
I sequestri di droga messi a segno dalle guardie di confine
60 kg di “neve” in tre anni
Le guardie di confine, negli ultimi tre anni, hanno messo le mani su quasi 60 chilogrammi di cocaina: oro bianco in grado di fruttare milioni alle organizzazioni criminali che ne gestiscono la compravendita. Sessanta chilogrammi di polvere bianca: numeri ancora contenuti se paragonati ad altre realtà, ma che potrebbero essere solo la punta dell’iceberg, considerato l’enorme flusso di veicoli in transito alle frontiere italo-svizzere.
L’ombra della mafia albanese
Gli occhi sono attualmente puntati sulle organizzazioni criminali albanesi, attive più che mai nel trasporto su gomma di cocaina (ma anche eroina, marijuana e hashish). E la droga che viaggia lungo la rete stradale svizzera, sostengono gli esperti, è tanta. Davvero tanta. Ne è la prova l’importante sequestro messo a segno negli scorsi giorni dalla guardia di finanza in provincia di Como: 32 chilogrammi di polvere bianca, che riversata sulle piazze dello spaccio avrebbe fruttato 4,5 milioni di euro. Droga che, ci hanno confermato le fiamme gialle, ha viaggiato lungo le strade ticinesi prima di arrivare in Lombardia.
La coca e gli euro sequestrati dalle fiamme gialle in provincia di Como
“La droga viene trasportata via auto, ma anche sui treni, a piedi o celata nei bagagli dei passeggeri dei pullman di linea”, ci spiega
Mirco Ricci, portavoce delle guardie di confine. Come si scoprono dunque i trafficanti? “La collaborazione con le polizie cantonali ed estere è importante, ma quello che è fondamentale è il sesto senso dei nostri uomini”.
Ludovico Camposampiero