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Giordania è il quarto paese più arido al mondo: la superficie coltivabile è appena il 7% e il settore agricolo consuma il 65% delle riserve idriche ogni anno. Ma c’è una speranza: è la coltivazione idroponica, ossia senza suolo. La terra è sostituita da un substrato di argilla, fibra di cocco o altri materiali e le piante ricevono una miscela ad hoc di sostanze nutritive.
L'agricoltura tradizionale in Giordania ha i giorni contati
L'agricoltura idroponica è... il futuro
II consumo d’acqua è inferiore del 40%, le piante crescono e danno frutti più in fretta, il lavoro di bassa manovalanza è estremamente ridotto e le serre ad alta tecnologia proteggono le piante dalle ondate di calore che altrimenti potrebbero distruggere il raccolto.
Investimenti internazionali
USAID ha investito nello sviluppo di queste tecniche in Giordania con un programma triennale dal 2015 al 2017. Ora sono arrivati anche gli investimenti del ministero degli Esteri olandese, un paese all’avanguardia in questo tipo di coltivazione, che grazie al supporto di studi di consulenza locale come Eco Consult puntano a promuovere e a diffondere questo metodo di coltivazione in tutto il paese.
Daniela Sala