Capsula Mundi, progetto nato dall’idea di Raoul Bretzel e Anna Citelli, ha un respiro ampio che, spaziando dall’aspetto culturale e arrivando al design, ridisegna e propone un nuovo rapporto con la morte. Alla base c’è la volontà di far sì che la morte non sia più vista come un tabù ma sia, viceversa, accettata come parte naturale della vita. Scelte formali e simboliche hanno portato Bretzel e Citelli a ridisegnare la bara: una capsula biodegradabile a forma di uovo, piantata nella terra come un seme e collegata ad un albero scelto dal defunto quando ancora in vita.
Attraverso il design Capsula Mundi riconfigura e decostruisce il tabù della morte. “Quando dicevamo alle persone che quelle uova erano bare, la prima reazione era di distacco. Una volta spiegato il progetto però ne rimanevano affascinate. Inizialmente la reazione istintiva è dettata dall’attivazione inconscia del tabù. Ma quando offri una soluzione che volatilizzi questo tabù, le persone si aprono” spiega Raoul Bretzel.
L’obiettivo è quello di creare cimiteri verdi, boschi di memoria dove poter passeggiare, incontrarsi e prendersi cura dei propri cari.
Valerio Maggio