Akira vom Staader Moor, Mantova vom Drumlin Wolf, Yukon vom Amtsbach. Questi sono solo alcuni dei nomi completi dei 170 cani antidroga attivi in Svizzera. I quattro zampe vengono usati per operazioni precise. “I nostri cani entrano in azione solo quando si devono perquisire dei veicoli oppure quando si hanno dei sospetti legati ad un reato”, spiega Bruno Sicheneder, presidente della Federazione svizzera dei conducenti di cani di polizia. Anche per i controlli sistematici nelle stazioni o agli aeroporti entrano in azione i cani antidroga. Singole persone invece non vengono controllate.
Così si spiegano in parte le cifre pubblicate recentemente dal sondaggio sui consumi di sostanze psicotrope legali e illegali a livello mondiale, il Global Drug Survey. Il sondaggio anonimo viene svolto da un’istituzione britannica indipendente con lo scopo di mappare i trend del consumo di stupefacenti. L’anno scorso hanno partecipato più di 120'000 persone provenienti da 35 paesi; più di 3'500 dalla Svizzera. Il 70% degli intervistati ha fatto uso di sostanze illecite nell’ultimo anno.
Controlli inferiori alla media
Tra i dati elaborati nel sondaggio, figurano anche quelli inerenti alle modalità di controllo e alla individuazione di stupefacenti da parte della polizia. Circa i controlli con i cani antidroga, la percentuale rilevata in Svizzera risulta inferiore alla media mondiale. In cima al sondaggio figura l’Australia, seguita da Danimarca e Italia.
Raffronti fra alcuni Stati sul ricorso ai cani antidroga: il dato svizzero è decisamente inferiore alla media globale
Ma come si spiegano i dati riguardanti la Svizzera? Lo scopo principale dei controlli con cani antidroga su terreno elvetico non è quello di rintracciare consumatori con piccole dosi. I cani vengono impiegati solo quando c’è un sospetto fondato, spiega Sicheneder. I controlli su singole persone vengono svolti da altri funzionari di polizia.
L’anno scorso in Svizzera sono stati effettuati 4'791 controlli. Un numero, che è rimasto stabile negli ultimi anni, anche grazie alla strategia usata dalla polizia e dai conducenti di cani antidroga.
Annalisa De Vecchi