Poco meno di 2 milioni di franchi: tanto avrebbe fruttato la vendita sul mercato della droga sequestrata martedì mattina al valico di San Pietro di Stabio. 19 chili di cocaina ritrovati nascosti in una vettura con targhe tedesche e con a bordo una coppia di cittadini albanesi.
CSI 18.00 del 24.04.2019 Il servizio di Daniela Giannini
RSI Info 24.04.2019, 20:09
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“Il Ticino – esordisce il procuratore generale ticinese Andrea Pagani, non prima di sottolineare che sul caso concreto non può ovviamente esprimersi – è per la sua posizione geografica una terra di transito, lo testimonia il traffico che constatiamo quotidianamente sull’asse nord-sud e viceversa. Detto questo è vero anche che, salvo eccezioni, i sequestri di stupefacenti ai valichi sono, senza dubbio, il frutto di atti di osservazione di chi presidia le dogane e nota dei passaggi della frontiera talvolta insoliti, vuoi per la frequenza o per la presenza di staffette. Grazie a queste osservazioni i controlli possono poi portare a sequestri importanti”.
Non è la prima volta che la dogana di San Pietro di Stabio è teatro di sequestri importanti (nel 2015 il record di 27 chili trovati in un veicolo). In un’epoca di grandi commerci online la droga continua quindi a viaggiare prevalentemente su strada: “Sì, e lo confermano i sequestri medesimi – prosegue Pagani. Tanto in Svizzera quanto in Ticino lo stupefacente viaggia ancora su gomma, soprattutto in presenza di quantitativi di una certa entità”.
I percorsi più frequenti sono quelli ormai noti: “La cocaina arriva in Europa da dove è stata prodotta spesso via mare, poi dai porti del sud risale verso nord o viceversa ridiscende dai porti del nord Europa”.
“Non siamo i poliziotti del mondo”
Nell’intero 2018 la cocaina sequestrata ha raggiunto i 4 chili e mezzo, mentre martedì in un sol colpo si sono sfiorati i 20 chili. Grandi traffici quindi, accompagnati spesso però dalla convinzione che a processo ci finiscano solo i pesci piccoli. “Non è proprio così – tiene a precisare il procuratore generale. Quando viene portato alla luce un sequestro parte sempre un’indagine e vengono ad esempio prelevate le tracce di DNA dagli involucri che contengono la droga, così come si attivano i controlli telefonici retroattivi sulle utenze che si presume siano servite agli imputati per muoversi e talvolta si procede anche con delle rogatorie internazionali. Dobbiamo però pensare che noi qui in Ticino, ma anche più in generale in Svizzera, non siamo i poliziotti del mondo, per cui spesso si delega ai paesi vicini dove la persona perseguita dimora. È però anche già capitato, e val la pena sottolinearlo, di procedere con degli arresti all’estero e di chiedere ed ottenere l’estradizione per esigenze d'inchiesta”.
Sulla priorità che la lotta alla droga riveste in seno alla magistratura, Pagani ha infine aggiunto che resta primaria: “Con la droga in transito o spacciata fortunatamente alle nostre latitudini vi è ancora la tolleranza zero”.
Stabio, sequestrati 19 chili di coca
Il Quotidiano 24.04.2019, 21:00