Il Parco Pallavicino entra a pieno diritto nella lista delle perle del Lago Maggiore, la meta più gettonata dei frontalieri per la gita fuori porta della domenica. Ci rientra per la sua flora, impreziosita da rododendri, camelie, oleandri, magnolie e piante secolari; ma soprattutto per la sua fauna, grazie alle numerose specie di mammiferi e uccelli esotici tra cui fenicotteri, pavoni, daini, caprette, lama, canguri, zebre.
Realizzata da Ruggiero Bonghi, amico del Manzoni e del Rosmini, che si era innamorato delle bellezze incontaminate del Lago Maggiore, venne acquisito e ampliato prima dal Duca di Villombroso e, a partire dal 1862, dai Marchesi Pallavicino.
Il parco però, negli ultimi anni, ha attraversato dei momenti bui, ma l’ipotesi della chiusura è stata scongiurata grazie all’accordo di gestione siglato tra il principe Domenico Pallavicino (che continua ad essere il proprietario) e il principe Vitaliano Borromeo, responsabile invece della gestione del sito. In questo modo il parco è entrato a far parte del circuito turistico Borromeo che sul Lago Maggiore vanta l’Isola Bella, l’Isola Madre, la Rocca di Angera, i Castelli di Cannero e una buona parte del Mottarone.
Romina Vinci