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Voglia di regolamentazione

L'ACRT torna alla carica sull'uso della canapa a scopo ricreativo; il Delegato cantonale per le tossicomanie ribadisce: “non sussiste un'emergenza canapa”

  • 23 aprile 2018, 05:47
  • 23 novembre, 01:47
04:35

Canapa, voglia di regolamentazione

RSI/Sandro Pauli e Fabio Salmina 23.04.2018, 07:30

“L'Associazione Cannabis Ricreativa Ticino (ACRT) riproporrà il progetto già presentato nel 2014 per una regolamentazione della canapa nel nostro cantone e quindi un progetto pilota in questo senso”. Lo afferma il presidente Sergio Regazzoni (Guarda il video). Un eventuale successo – gli abbiamo fatto notare – darebbe però di fatto i minori in pasto al mercato nero. “Vero – ci ha risposto – però la regolamentazione permetterà di indirizzare l'apparato repressivo e giudiziario verso quel settore quindi il problema verrà ridimensionato”. Per quanto concerne la guida sotto l'effetto della sostanza – invece – per Regazzoni “regolamentazione significa anche rivedere tutte le leggi connesse e di conseguenza anche quella sulla circolazione stradale”.

Sergio Regazzoni

Sergio Regazzoni

  • ©Tipress

Il parere dell'esperto

L'obbiettivo dell'ACRT è creare un cannabis social club in Ticino, ma quanti sono i consumatori di erba nella Svizzera italiana? Dati precisi non esistono. Gli ultimi rilevamenti, relativi al 2016, parlano del 7,3% della popolazione svizzera dai 15 anni in su, che ha consumato canapa almeno una volta nel corso degli ultimi 12 mesi. “La canapa non ha una tossicità assoluta, quindi non esiste una dose letale, però ha una tossicità acuta e crea sensazioni di confusione, ansia e panico”, ci ha invece detto Guido De Angeli (Guarda il video) di Radix Ticino. Esperto di prevenzione e responsabile del sito danno.ch De Angeli, come la stragrande maggioranza dei suoi colleghi, è comunque aperto sul tema regolamentazione. “Sarebbero possibili interventi precoci laddove si costata un consumo problematico”, sottolinea. Andrà comunque disciplinato il quadro che definisce il consumo, avverte: “la visibilità tende a banalizzare i rischi”.

La politica

La politica è divisa sul tema. C'è un drappello di 34 granconsiglieri che, un anno e mezzo fa, ha firmato un atto parlamentare a 360° sul tema. Il settore è però regolamentato da leggi federali. “Vero – ci ha risposto il primo firmatario Fabio Käppeli – però nel nostro stato federale i cantoni mantengono una grande competenza, ad esempio per quanto concerne la prevenzione, ma anche per la sperimentazione di possibili modelli di regolamentazione. Tutti i progetti pilota proposti finora sono iniziative cantonali e/o cittadine”.

Fabio Käppeli

Fabio Käppeli

  • ©Tipress

Ad ispirare l'atto parlamentare è stato uno studio preliminare dell'Università di Berna, che comportava un'analisi di campioni di marijuana acquistati sul mercato nero: “ben il 91% di loro era contaminato”. È quindi una questione di salute pubblica. In questi anni, conclude il deputato, “ho notato non solo per via della lunga attesa di una risposta al nostro e ad altri atti parlamentari sul tema, ma anche per gli interventi di vari attori cantonali, che la canapa è un argomento molto scomodo, che non si vuole affrontare, o dove si rimanda ad altri richiamando proprio la competenza federale pur di non affrontarlo: peccato che anche alcol e tabacco sono regolamentate a livello federale, eppure per queste sostanze sono stati appositamente elaborati due programmi cantonali d'azione”.

Il Delegato cantonale per le tossicomanie

“In Ticino non sussiste un'emergenza canapa”, ci ha detto il Delegato cantonale per le tossicomanie Matteo Ferrari. “E questo è stato pure il parere del Gruppo esperti per le tossicomanie, che il Governo ha fatto proprio licenziando il Messaggio con il Piano cantonale degli interventi in quest'ambito. Tale valutazione è poi stata condivisa dalla maggioranza del Parlamento”. Per Ferrari inoltre questo approccio “è confermato dai recenti dati sui sequestri effettuati dalla polizia nel 2017: il quadro dei consumi è stabile”.

Matteo Ferrari (a destra) in un'immagine scattata nel 2017 a Bellinzona

Matteo Ferrari (a destra) in un'immagine scattata nel 2017 a Bellinzona

  • ©Tipress

Ferrari ricorda anche che “nel 2014 il Governo aveva sottoposto la richiesta dell'ACRT alle autorità federali e da Berna era giunta una risposta molto chiara: nell'attuale quadro legislativo non è possibile procedere come propone l’ACRT. La valutazione politica di Governo e Parlamento è anche stata che la situazione in Ticino non sia paragonabile a quella delle grandi città elvetiche. Non credo che rinnovare l'invito a una sperimentazione avrà maggiore effetto, ma evidentemente sarà la politica che dovrà valutare”.

La questione, conclude Ferrari, è comunque sul tappeto da alcuni decenni. “Una proposta di aprire alla regolamentazione era stata fatta dal Consiglio federale già nel 2001, ma non era passata al Consiglio Nazionale, che ha preferito introdurre la multa disciplinare per il consumo. È un tema sociale ed evidentemente è legato anche a una questione generazionale. In ogni caso, il dibattito sta andando avanti e va fatto a Berna in quanto i cantoni non hanno competenza per legiferare in materia di consumo ricreativo di canapa”.

Sandro Pauli

Dagli archivi

Il business della canapa light (Falò del 14 dicembre 2017)

L'erba del Ticino è sempre più verde (Modem del 27 settembre 2017)

È tempo di cannaBIS? (Falò dell'8 maggio 2014)

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