Dei ricercatori del politecnico di Losanna (EPFL) hanno migliorato l’efficacia dell’immunoterapia contro il cancro, e lo hanno fatto bloccando due proteine che regolano la crescita dei vasi sanguigni dei tumori. Lo studio è stato pubblicato nella rivista Science Translational Medicine.
Questo tipo di terapia mira a rinforzare o ristabilire la capacità del sistema immunitario del paziente a riconoscere e attaccare il cancro, in particolare con i linfociti T o cellule T. I tumori mettono però in atto molteplici strategie per contrastare gli attacchi immunitari, ciò che ha limitato finora l’efficacia del trattamento a una minoranza di pazienti.
Il laboratorio diretto dal Professor Michele De Palma si è concentrato sui vasi sanguigni, che sono indispensabili per fornire ossigeno e nutrimento per lo sviluppo di cellule cancerose. Sul banco degli imputati sono così finite due proteine (VEGFA e ANGPT2) che i tumori generano per stimolare la crescita dei nuovi vasi.
Da Losanna risultati che fanno ben sperare
Bloccare l’attività di queste proteine equivale dunque ad “affamare” il cancro e, per farlo, gli studiosi hanno utilizzato un anticorpo chiamato
A2V, che hanno testato su modelli sperimentali di cancro al seno, pancreas e melanomi.
Ma le scoperte non finiscono qui: “Oltre a bloccare la crescita dei vasi sanguigni A2V ribalta e migliora pure le strutture aberranti di quelli che già esistono nel tumore, rendendoli simili a quelli normali e pertanto più permeabili all’arrivo dei linfociti T antitumorali” ha spiegato De Palma in un comunicato dell’EPFL.
Alla ricerca hanno partecipato anche i Roche Innovation Centers di Basilea e Monaco.
dielle/ATS