Le ondate di calore estremo sono in aumento, e lo sappiamo bene anche a sud delle Alpi dove stiamo vivendo un periodo canicolare da record, con la serie più lunga di giorni consecutivi nella stazione di Lugano dall’inizio delle misurazioni nel 1864. Ma quanto e da che soglia sono critiche queste ondate per gli alberi delle foreste? Nell’estate estremamente calda del 2023, un team di ricerca guidato dall’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL e dal Politecnico federale di Losanna (EPFL) ha indagato su questo aspetto in Svizzera, Francia meridionale e Spagna.
Anche le foreste si surriscaldano in caso di temperature estreme e raggiungono temperature che potrebbero essere fatali. In Francia i ricercatori hanno ad esempio rilevato che nelle foreste di lecci (Quercus ilex) il termometro è salito a quasi 50 gradi Celsius, le temperature più alte mai misurate in quel luogo, viene spiegato in un comunicato.
Con droni dotati di termocamere a infrarossi gli studiosi hanno seguito le fluttuazioni della temperatura delle cime degli alberi nel corso della giornata e dell’estate, misurando anche la fotosintesi e la perdita di acqua nelle foglie dei rami in cima agli alberi
Querce campionesse di resistenza
I risultati hanno mostrato che le querce possono resistere a temperature sorprendenti. “Le foglie più alte delle chiome hanno raggiunto temperature fino a 50 gradi Celsius in agosto, il che è piuttosto incredibile”, afferma la responsabile dello studio Charlotte Grossiord, ecologa forestale presso il WSL e l’EPFL. Questo con una temperatura dell’aria di “soli” 40-42 gradi.
A salvare le querce è stata probabilmente la loro estrema tolleranza al calore: “Abbiamo visto che le temperature critiche iniziano solo verso i 50 gradi”, dice Grossiord. Le querce in Francia e in Spagna possono sopportare rispettivamente temperature fogliari fino a 51 e 53 gradi, mentre le querce sessili in Svizzera possono addirittura sopportare temperature fino a 59 gradi.
In una cabina trasportata da una gru, Eugenie Mas ha raggiunto le cime degli alberi alte 30 metri a Hölstein, nel Giura basilese
Il fatto che raramente raggiungano questa temperatura è probabilmente dovuto alla perdita d’acqua, comunque sempre in parte presente, nonostante la chiusura dei pori sulle foglie, come dimostrano le misurazioni. Solo le foglie più esposte della chioma sono infatti diventate marroni e secche.
“La tolleranza al calore di queste querce è molto più elevata di quella di alcune conifere precedentemente studiate in Svizzera”, afferma sempre Grossiord. Tuttavia le conifere, con la loro struttura a chioma con aghi sottili e rami sciolti, impedisce di raggiungere temperature così elevate all’interno delle foglie, come dimostrato dal team nella foresta di Pfynwald, in Vallese.
https://www.rsi.ch/s/1793729
Altre specie decidue soffrono di più, soprattutto se al caldo si aggiunge la siccità
Nonostante la resistenza delle querce, i risultati suggeriscono che gli alberi decidui (che perdono le foglie nella stagione fredda, ndr) soffriranno per le ondate di calore più frequenti. “È probabile che alcune specie raggiungano i loro limiti quando le ondate di calore diventano più estreme”, afferma Grossiord. Una sofferenza già evidente in Svizzera nell’estate del 2018, quando numerosi faggi sono appassiti su terreni che non trattengono bene l’acqua. “È fondamentale capire cosa significa quando alla siccità si aggiungono temperature molto elevate”, sottolinea Grossiord. La tolleranza massima al calore degli alberi delle regioni fredde come la Scandinavia è di soli 35 gradi, mentre alcune piante tropicali possono sopportare quasi 60 gradi.
Immagini termiche delle cime degli alberi nelle ore più calde della giornata in Spagna (in alto) e in Francia (in basso). I colori gialli indicano le temperature più elevate: in Spagna si tratta del suolo e in Francia delle cime degli alberi
In agricoltura sono già utilizzate diverse tecniche per evitare che le piante si surriscaldino, come le telecamere a infrarossi per monitorare la temperatura superficiale dei campi e per calibrare i requisiti di irrigazione. Le tecnologie di telerilevamento sono invece ancora nuove nel settore forestale: “Il nostro studio dimostra che possiamo utilizzare droni o satelliti, ad esempio, per riconoscere i primi segnali di stress da calore nelle foreste” conclude Grossiord.
Più casi in corsia
Il Quotidiano 04.08.2024, 19:00
RG 12.30 del 30.07.2024: Il servizio di Anna Riva sulla canicola
RSI Info 30.07.2024, 12:39
Contenuto audio