L’ente di ricerca avanzata del Dipartimento della difesa statunitense ha dato il via a un progetto che, se giungerà a buon fine, renderà possibile congelare un corpo per bloccare i danni causati da un trauma in attesa dei soccorsi. Il programma s’ispira ai molti casi di criptobiosi che si riscontrano in natura. L’esempio forse più noto è quello dei tardigradi, minuscoli invertebrati che possono rallentare il loro metabolismo, fin quasi a sembrare morti, per resistere a condizioni estreme.
Per un ferito su un campo di battaglia -si legge in un comunicato- poter intervenire in questo senso sulle funzioni vitali a livello cellulare potrebbe allungare il lasso di tempo entro cui occorre agire prima che le sue lesioni producano un collasso generale.
Gli esperimenti inizieranno su forme di vita semplici con l’obbiettivo di giungere, entro cinque anni, a coinvolgere pazienti umani.
ANSA/dg