Scienza e Tecnologia

Scienza e X, una fuga inarrestabile

Il mondo della ricerca sta lasciando il social di Elon Musk e la sua amicizia con Donald Trump è benzina sul fuoco

  • Oggi, 16:35
  • Oggi, 16:52
bluesky x icona app
  • IMAGO / SOPA Images
Di: Red. giardino di Albert / Simone Pengue 

Esodati da TikTok, pentiti da ChatGPT e profughi da Twitter. Pardon, X. Cancellano un’app e ne mettono un’altra, che però non appartenga all’imprevedibile, incontrastabile, inimitabile (e insaziabile) signor Elon Musk. Il magnate non piace a tutti e alcune delle sue scelte nella gestione del social hanno causato la fuga di alcune fette della propria utenza. Tra i primi a rifiutare di restare nel social dell’uomo più ricco del mondo ci sono i ricercatori, che sono travasati in massa in Bluesky, il nuovo social dell’ex fondatore di Twitter Jack Dorsey. In un recente sondaggio di Nature condotto su oltre 6’000 lettori della rivista, più della metà dei votanti hanno dichiarato di aver abbandonato X e il 70% di essere ora su Bluesky. Fino all’avvento di Musk, Twitter era il luogo di ritrovo virtuale primario per l’intero settore della ricerca, dove si condividevano le ultime pubblicazioni, ci si scambiava opinioni e si restava connessi al resto del proprio settore, sparso per il mondo. Elon Musk ha perso ulteriore popolarità a causa del suo impegno politico accanto al neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che se da una parte non gode del consenso dei ricercatori, dall’altra mostra di non curarsene molto.

03:14

“Trump, Musk e la nuova architettura della realtà” di Jianwei Xun

Mirador 01.02.2025, 14:40

  • tlon.it
  • Moira Bubola

L’esodo è cominciato nell’ottobre 2022, quando Elon Musk ha acquisito la società per 44 miliardi di dollari. Un invistemento dì cui si vedeva a fatica il potenziale economico e che ha causato rapidamente licenziamenti e travagli finanziari. Già allora, nasceva tra molti ricercatori il malcontento per la nuova gestione editoriale della piattaforma, della perdita di libertà e di uguaglianza tra gli account. Il nuovo proprietario, infatti, introdusse la possibilità di pagare per ottenere diversi privilegi e sfoggiare la famosa spunta blu, fino a quel momento riservata a personaggi famosi, aziende e istituzioni che verificavano la propria identità. Inoltre, vennero l’introduzione di costi per l’accesso ai dati per la ricerca e la limitazione del numero di tweet che gli utenti possono visualizzare. Lentamente, l’abbandono della piattaforma da parte dei ricercatori è stato seguito da alcune istituzioni. In Svizzera, una della prime ad esporsi è stata l’Università di Neuchâtel.

“Dopo l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk nel 2022, l’evoluzione editoriale del social network, ribattezzato X, è soggetta a controversie e solleva molte domande.
Gli aspetti più preoccupanti riguardano la disinformazione e l’aumento dei discorsi d’odio. Una tendenza che non sembra diminuire: a maggio 2023, X si è ritirato dal codice europeo di buone pratiche contro la disinformazione.
Nel suo impegno contro le discriminazioni e le violenze da diversi anni, l’Università di Neuchâtel ha deciso di sospendere il proprio account X. A seconda dell’evoluzione del social network, l’università lo riattiverà o lo chiuderà definitivamente.
Per rimanere aggiornati sulle nostre attività, potete continuare a seguirci su Facebook, Instagram e LinkedIn o visitare il nostro sito web: www.unine.ch.” (Università di Neuchâtel)

Alla fine del 2024 lasciano la piattaforma anche l’associazione delle università svizzere Swissuniversities e le Accademie Svizzere di Scienze Naturali, in aperta polemica con la trasparenza e le politiche sulle fake news. Recentemente si è unita alle istituzioni in fuga anche l’Università di Basilea, mentre altre, come il Politecnico federale di Zurigo e l’Università di Losanna, utilizzano contemporaneamente entrambe le piattaforme. Difficile dire se la scelta sia dettata da una divergenza con le politiche di X, o semplicemente dall’assenza, quasi desolante, di pubblico.

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Model "E"

Il giardino di Albert 01.02.2025, 17:00

  • Keystone

Bluesky è generalmente apprezzato per la gestione trasparente, ma anche per la concentrazione molto alta di ricercatori che pubblicano contenuti di qualità su temi scientifici, riporta Nature. Attualmente questo social network ha più di ventisette milioni di utenti e offre funzionalità simili a quelle di Twitter. Il numero degli utenti, scrive sempre Nature, è esploso dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi di novembre 2024. Sicuramente, la vicinanza di Elon Musk al Tycoon ha allargato la frattura con il mondo accademico. Non è un segreto, infatti, che non ci siano buoni rapporti tra il neopresidente americano e gli scienziati, che già nel 2017, durante il suo primo mandato, hanno manifestato in centinaia di migliaia nella “Marcia per la scienza”.

La Marcia per la scienza in Australia

La Marcia per la scienza in Australia

  • keystone

L’evento è stato organizzato da ricercatori scettici per protestare contro l’agenda Trump, contrariati dalle sue posizioni in ambito scientifico e, soprattutto, climatico. Oggi, dopo pochi giorni dall’inizio del suo secondo mandato, la divergenza rischia di accentuarsi e di avere percussioni concrete nella ricerca. L’amministrazione Trump ha improvvisamente cancellato importanti processi gestionali legati al National Institutes of Health (NIH), il più grande ente pubblico al mondo per il finanziamento della ricerca biomedica, oltre che i viaggi e la formazione dei ricercatori. Inoltre, in linea con i rigidi principi repubblicani e conservativi di cui è esponente, Trump sembra aver dato ordine di depennare la diversità dalle istituzioni di ricerca, facendo scomparire dai siti delle agenzie governative le pagine web dedicate ai finanziamenti specifici su tematiche ‘woke’ e persino climatiche. La polarizzazione degli Stati Uniti sta dunque travolgendo anche la comunità scientifica, da sempre simbolo di unità e inclusione. Un conflitto che dovrebbe destare preoccupazione anche a chi non è del settore, perché da una parte c’è la scienza, con i suoi tempi lunghi e i metodi prudenti, dall’altra tanti, tantissimi soldi.

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