La stella marina che divora i coralli che formano la grande barriera australiana, complesso insieme naturale inserito dall’UNESCO nel patrimonio dell’umanità, può essere combattuta con un banale rimedio della nonna.
La scoperta, fonte di speranza per la salvezza di un ecosistema unico e già fortemente minacciato dai mutamenti climatici e dalle attività industriali, è stata annunciata giovedì.
La lotta chimica contro l’acanthaster planci, o stella corona di spine, dotata di pungiglioni carichi di veleno tossico pure per l’uomo, s’era finora rivelata difficile, per non dire inefficace, anche a causa dell’impatto negativo sugli altri organismi di quel delicato biotopo.
Le prove effettuate dall’Università James Cook, in collaborazione con gli esperti del parco, hanno però dimostrato che l’uso di semplice aceto, prodotto poco costoso e particolarmente potente, non ha ricadute negative sull’ambiente circostante.
AFP/dg