Le condizioni meteorologiche avverse non permetteranno di lanciare il nuovo potente telescopio James Webb nello spazio il 24 dicembre. La sua partenza è stata posticipata di un giorno.
Se però la data verrà confermata e se tutto andrà come da programma, sarà un bel regalo di Natale per gli scienziati che da anni lavorano al progetto. Questo nuovo strumento è stato in parte sviluppato in Svizzera e a capo della missione c’è l’astrofisico svizzero-statunitense Thomas Zurbuchen. "Se riusciamo a lanciarlo", ha detto, "e a farlo funzionare sarà uno dei maggiori successi della mia carriera. Ci lavoro da cinque anni. Potremmo paragonarlo all’atterraggio del rover su Marte che però è stato tre volte meno costoso e tre volte meno complicato".
Infatti, ci sono voluti 14 anni per realizzarlo e sono stati spesi 10 miliardi dollari. James Webb potrà raccogliere dati di qualità cento volte superiori rispetto al suo predecessore Hubble. Sarà messo in orbita intorno al sole a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra e dovrà mantenere una temperatura di meno 266 gradi; grazie a una coperta termica grande come un campo da tennis sarà protetto dal calore del Sole.
Possiede uno specchio di sei metri e cinquanta di diametro, che è stato piegato per entrare nel razzo. È stato programmato per sorvegliare lo spazio per un anno. La sua attività comprende la formazione delle prime galassie e l’analisi dell’atmosfera dei cosiddetti pianeti extrasolari, corpi celesti che orbitano intorno a una stella diversa dal Sole per la prima volta scoperti dai Nobel svizzeri per la Fisica 2019, Michel Mayor e Didier Queloz.