Le tensioni interne - nei vari Paesi - rendono più difficile anche la diplomazia. Parola del ministro degli esteri Ignazio Cassis, che - di passaggio in Ticino – ha rilasciato un’intervista al Telegiornale della RSI. “Quando la democrazia funziona bene significa che c’è poca tensione e anche la diplomazia è meno sollecitata, mentre quando ci sono tensioni nella società la diplomazia diventa lo strumento con il quale cerchiamo di sciogliere queste tensioni”, ha dichiarato il capo del Dipartimento federale degli affari esteri.
Cassis ai nostri microfoni ha parlato anche di Brexit: “È una buona cosa che il Regno Unito e l'Unione europea abbiano trovato un accordo di uscita, hanno dovuto fare delle concessioni ma l’accordo c’è. Questo rasserena il clima e permette di discutere con meno tensioni anche tra Berna e Bruxelles di accodo quadro”.
Sul fronte della pandemia di coronavirus, il consigliere federale ha spiegato che il Governo “ascolta la task force federale ma deve integrare le informazioni di questa task force scientifica, soprattutto medico-epidemiologica, con altre informazioni e trovare la miglior via mediana tra gli estremi: la società e una sola e gli aspetti economici e quelli sanitari sono parte di un’unica medaglia”.
Con la strategia scelta dalla Svizzera non teme critiche a livello internazionale? “La percezione internazionale delle nostre decisioni è, effettivamente, seguita dal mio dipartimento con grandissima attenzione – ci risponde Ignazio Cassis – e abbiamo visto che sotto Natale, quando si parlava dell’apertura e della chiusura delle piste di sci, c’è effettivamente stata una percezione negativa da parte dei Paesi che ci stanno attorno, che però era mista: in parte sanitaria e i parte economica, poiché temevano anche una concorrenza sleale nell’ambito degli sport invernali che avevano deciso di sospendere”.
L’intervista integrale di Angelo D’Andrea in cima all’articolo