Svizzera

“Non si vendono le collezioni all’asta”

Tobia Bezzola, direttore del MASI di Lugano, critica la scelta del Museo Langmatt che ha messo all’incanto tre quadri di Cézanne: “Così sarà la fine dei musei di belle arti”

  • 10 novembre 2023, 13:49
  • 10 novembre 2023, 14:00
Il direttore del MASI Tobia Bezzola ha criticato la vendita all'asta dei tre dipinti

Il direttore del MASI Tobia Bezzola ha criticato la vendita all'asta dei tre dipinti di Cézanne

  • Keystone
Di: RG/RSI Info 

La vendita all’asta a New York di tre dipinti di Paul Cézanne da parte del Museo Langmatt di Baden (AG) ha permesso all’istituzione di incassare quasi 45 milioni di dollari, che serviranno a garantire un futuro al museo argoviese. Tuttavia, tale scelta ha sollevato non poche critiche, come quelle espresse a chiare lettere da Tobia Bezzola, direttore del Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI) di Lugano.

Bezzola spiega che la vendita all’asta dei tre dipinti di Cézanne da parte del museo argoviese “non andava fatta assolutamente. Il Museo Langmatt sa che si è obbligati a rispettare il codice professionale che esclude tali operazioni”. Egli rimarca inoltre la sua contrarietà in generale alla vendita all’asta di opere d’arte dei musei elvetici, ricordando che “tutte queste opere sono il risultato di donazioni e lasciti a collezioni. Se la Città di Baden mette a disposizione un “contenitore” per queste opere d’arte e poi le mette in vendita, ciò significa che sarà la fine per queste donazioni e sarà la fine dei musei di belle arti”.

Il 62enne storico dell’arte ritiene che la vicenda del Museo Langmatt di Baden non sia ancora finita, poiché si dice convinto “che ci sarà un seguito legale”, visto che quanto accaduto “è anche contro gli statuti della fondazione” legata all’istituzione museale con sede a Baden.

Bezzola ritiene del resto che non siano necessari altri “paletti” per evitare che si ripetano situazioni del genere . “I vincoli ci sono”, ricorda il direttore del MASI, “e c’erano anche nel caso del Museo Langmatt, ma la Città di Baden e la Fondazione Langmatt hanno ignorato i vincoli preesistenti e che figurano in tutti gli statuti di tutti i musei svizzeri”.

In merito alle difficoltà che hanno portato l’istituzione argoviese a mettere all’asta tre suoi dipinti di Cézanne per garantirsi un avvenire finanziariamente stabile, il dirigente originario di Berna sottolinea invece che “c’è un po’ di confusione tra contenuto e contenitore”. Bezzola evoca l’esempio positivo “della Collezione Bührle che era un museo privato in una villa zurighese. E quando non è più stata sostenibile”, è diventata una componente di riferimento del Kunstmuseum di Zurigo. “Anche per la collezione del Museo Langmatt”, rileva il direttore del MASI, “ci sarebbe stata questa possibilità. Così si potevano tenere le opere, conservare e salvaguardare il patrimonio culturale, anziché venderlo”, conclude Tobia Bezzola.

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Radiogiornale 10.11.2023, 12:30

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