È un caso molto delicato, quello della seconda revoca della cittadinanza svizzera in pochi mesi. La 30enne nata e cresciuta a Ginevra, col doppio passaporto svizzero e francese, era partita per la Siria nel 2016 portando con sé le due figlie (ora di 7 e 13 anni), contro la volontà dei rispettivi padri. Giudicando che il suo comportamento pregiudichi interessi e reputazione della Svizzera, la Segreteria di stato della migrazione (SEM) ha deciso di revocarle la nazionalità elvetica.
Il ginevrino Carlo Sommaruga, consigliere agli Stati socialista, è in contatto con in padri. “Mi hanno chiesto di far pressione perché le bambine possano tornare al più presto”, ci spiega. "Le condizioni nei campi curdi sulle montagne siriane sono molto difficili, hanno paura per la vita delle loro figlie". Secondo testimonianze una di loro è in sedia a rotelle per una gamba colpita da un'esplosione.
Sommaruga ritiene che la revoca della cittadinanza della madre possa compromettere il rimpatrio delle minorenni. “Il Consiglio federale si illude che, se le figlie hanno un’altra nazionalità della madre, riuscirà più facilmente ottenere il via libera dalle autorità curde per riportarle in Svizzera, ovviamente senza la donna. Ma io non ci credo, perché i curdi tentano sempre di mantenere il legame tra i bimbi e le madri, che tra l’altro è un obbligo della Convenzione internazionale sull’infanzia”.
Ad ogni modo, un portavoce della SEM ha detto che il rimpatrio delle minorenni, per le quali i padri avevano sporto una denuncia per rapimento, resta prioritario. Prima che la revoca della cittadinanza alla madre sia definitiva devono scadere i termini di ricorso.
A settembre il passaporto era stato ritirato a un cittadino svizzero-turco condannato per propaganda a favore di gruppi estremisti islamici. Secondo un portavoce della Segreteria di Stato della migrazione gli altri procedimenti in corso sono meno di cinque, una ventina i casi in fase di valutazione.
Legami con l'ISIS, via il passaporto
Telegiornale 02.01.2020, 21:00