L’estensione delle cosiddette “zone 30” nelle città svizzere va limitata, secondo il Parlamento. Dopo il Consiglio nazionale, anche quello degli Stati ha accolto mercoledì una mozione nella quale si auspica una precisa definizione delle strade e della loro importanza all’interno delle località, rispettandone la “gerarchia” e le funzioni. I voti a favore sono stati 25, i contrari 15.
L’autore del testo, il liberale-radicale lucernese Peter Schilliger, ha deplorato una prassi “caotica” che va a toccare anche assi “orientati al traffico”, strade principali nell’abitato dove la velocità dovrebbe essere fissata a 50 km/h.
Non viene rimessa in questione - ha affermato - la conversione sulle vie di importanza locale, se i residenti e le autorità lo desiderano, né la creazione di “zone 30” e persino “zone 20” all’interno dei quartieri a vocazione prettamente abitativa. Serve chiarezza anche nel rispetto degli utenti della strada, ha sottolineato Schilliger: alla luce anche del rigido sistema sanzionatorio per chi corre troppo, il limite vigente deve essere facilmente riconoscibile dagli automobilisti.
Un limite alle zone 30
Telegiornale 06.03.2024, 20:00
A nome della Commissione, il suo compagno di partito Thierry Burkart ha sostenuto che la definizione dei limiti deve essere iscritta nella legge federale sulla circolazione stradale, mentre i Comuni devono conservare la loro competenza sulle eccezioni locali, come nei pressi delle scuole o degli ospedali.
Secondo una minoranza, sostenuta dal consigliere federale Albert Rösti, la mozione è invece inutile dal momento che già ora è necessaria una perizia motivata per introdurre il limite di 30km/h su alcune tratte stradali. In genere, all’interno delle località vige infatti il limite dei 50km/h. Vi è anche chi ha chiesto, invano, la bocciatura della mozione, invocando il rispetto del federalismo.
Notiziario delle 10:00 del 06.03.2024
Notiziario 06.03.2024, 10:30
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