Svizzera e India, due realtà estremamente distanti, ma ora molto più vicine. Per anni i due paesi hanno discusso di un accordo di libero scambio, da ieri questo è diventato realtà. L’intesa è stata firmata infatti domenica a Nuova Delhi dal consigliere federale Guy Parmelin alla presenza del ministro del commercio indiano Piyush Goyal e dai rappresentanti di Islanda, Norvegia e Lichtenstein. La situazione si è sbloccata al termine del Forum economico di Davos circa un mese e mezzo fa, quando proprio Parmelin via Twitter annunciava che dopo “un invito all’ultimo minuto” si era recato a Mumbai per definire alcuni dettagli.
Il vantaggio sugli altri paesi
“Sono fiero di aver firmato questo accordo dopo un processo così lungo e tortuoso che è durato 16 anni”, ha dichiarato il ministro dell’economia davanti alla stampa a Berna oggi, lunedì. Una soddisfazione corroborata da due fattori non di poco rilievo: il primo riguarda il momento storico che sta vivendo l’India, di particolare intensificazione delle relazioni di libero scambio e di crescita in generale. Il secondo è più strategico. La Svizzera e le altre nazioni AELS sono i primi partner europei a raggiungere un’intesa del genere, dando quindi ai paesi firmatari un certo vantaggio rispetto agli altri.
“L’India è una nazione giovane”, ha sottolineato Parmelin, “che ha bisogno di infrastrutture, accesso alla sanità e sostenibilità”, ma non solo. È una delle grandi potenze emergenti che ha bisogno delle tecnologie dei paesi dell’Associazione europea di libero scambio (AELS). Per il consigliere federale la situazione che si è creata grazie a questo accordo è vincente per entrambe le parti. Gli investimenti, ha sottolineato in conferenza stampa Parmelin, si aggirano attorno ai 100 miliardi di franchi per i prossimi 15 anni da parte dei paesi interessati. L’intesa inoltre permetterà alla Confederazione di avere una valida alternativa alla Cina.
L’accordo
Ma vediamo alcuni aspetti di questa intesa. È stato concordato un termine massimo di dieci anni per l’accesso senza dazi di alcuni prodotti agricoli elvetici nel mercato indiano. Ma non solo, il 95,3% delle importazioni industriali dalla Svizzera, ad eccezioni dell’oro, saranno liberi o parzialmente liberi da essi. “È come inserire il turbo”, ha dichiarato il presidente di Swissmem Martin Hirzl, sottolineando sempre in conferenza stampa, i vantaggi di cui potranno approfittare per esempio i produttori di macchinari di precisione, di apparecchi elettrici e micromeccanica elvetici. Per dare un’idea degli scambi avvenuti, nel 2023, la Svizzera ha esportato soprattutto metalli preziosi, macchinari e prodotti farmaceutici e chimici verso il subcontinente per un volare di 17,7 miliardi di franchi, piazzando l’India al decimo posto dei suoi partner commerciali. Le importazioni dall’India , principalmente prodotti chimici, tessili e metalli preziosi, hanno raggiunto i due miliardi di franchi.
Oltre a ciò, sono stati ottenuti miglioramenti anche nell’ambito nel settore della proprietà intellettuale, in particolare per quanto riguarda la certezza del diritto, le procedure relative ai brevetti e alla protezione della cosiddetta Swissness, che tutela i prodotti con indicazione di provenienza svizzera. Allo stesso tempo, l’accesso ai medicamenti in India non viene in alcun modo limitato. Parmelin ha voluto anche sottolineare come l’intesa prevede il rispetto dei diritti dei lavoratori, come chiede l’Organizzazione internazionale del lavoro. Ora tutto questo pacchetto dovrà essere accettato dal Parlamento.