Dopo un lungo dibattito di apertura, il Consiglio nazionale è entrato in materia sulla politica agricola (PA22+) nonostante le critiche della sinistra e dei Verdi liberali, secondo i quali il progetto sarebbe inadeguato di fronte alla crisi del clima e della biodiversità.
L'esame della PA22+ era stato sospeso due anni fa perché il progetto era stato giudicato non sufficientemente maturo. La revisione finita mercoledì sui banchi del Parlamento riprende le raccomandazioni formulate dal Consiglio federale nel suo rapporto pubblicato nel giugno scorso. La nuova strategia, con scadenza al 2050, integra l'intera catena alimentare, dalla produzione alla distribuzione.
Sarà attuata in tre fasi, ha dichiarato Olivier Feller (PLR/VD) a nome della Commissione, ma per Sophie Michaud Gigon (Verdi/VD), il progetto, già adottato dagli Stati, è insufficiente poiché non contempla alcun obiettivo climatico. A suo parere, gli attuali incentivi dannosi inclusi nella politica agricola dovrebbero venir stralciati definitivamente subito e non nel 2030 come prevede il testo di legge.
"La PS22+ è comunque meglio di niente", ha dichiarato dal canto suo Samuel Bendahan (PS/VD), sottolineando tuttavia che questa legge non basta per affrontare la sfida climatica che ci attende. "Non incoraggia comportamenti positivi per l'ambiente o il benessere degli animali", ha affermato, denunciando l'alleanza dell'UDC con l'industria alimentare a scapito dei piccoli agricoltori.
Questo progetto è un'opportunità mancata, un guscio vuoto", ha lamentato Kathrin Bertschy (Verdi liberali/BE). Purtroppo le questioni legate all'agricoltura ecologica vengono rimandate a dopo il 2030. La consigliera nazionale ha ricordato che l'alimentazione e l'agricoltura sono responsabili di un terzo delle emissioni di gas serra.
"La PS22+ non è forse la rivoluzione che alcuni desiderano, ma è probabile che riunisca una maggioranza capace di garantire la sicurezza degli investimenti per chi si occupa di agricoltura", le ha replicato sottolineato Beat Walti (PLR/ZH). Walti ha rammentato che nel 2021 il Parlamento ha già adottato diverse misure per ridurre l'impatto dei pesticidi ora in vigore.
Marcel Dettling (UDC/SZ) si è detto infastidito dal fatto che gli agricoltori vengano ancora una volta accusati di non fare nulla e di bloccare tutte le misure ecologiche. "Ci prendiamo cura del paesaggio, delle paludi, forniamo ai mercati prodotti di qualità", ha dichiarato, chiedendo agli scettici di non mettere troppa carne al fuoco.
"Se il Parlamento dovesse votare a favore di tutte le proposte avanzate dalla sinistra e dai Verdi liberali, gli agricoltori dovrebbero fare i conti con costi aggiuntivi e mancati introiti tra i 500 e i 600 milioni di franchi all'anno", ha sottolineato Markus Ritter, presidente dell'Unione svizzera dei contadini e deputato del centro. A suo parere non bisogna cedere a richieste ideologiche che aumentano in modo massiccio il prezzo dei prodotti.
Il capo del Dipartimento federale dell'economia, Guy Parmelin, ha sottolineato che diversi provvedimenti a favore dell'ambiente sono già in vigore o stanno per esserlo. Va inoltre ricordato, ha aggiunto il "ministro", che il popolo ha votato di recente contro due iniziative che volevano vietare l'uso di pesticidi e l'allevamento intensivi. "La realtà del mondo agricolo di oggi non è facile", ha detto.
"Le misure per l'ambiente sono state tolte, ma sono state inserite in un'iniziativa parlamentare già approvata nel 2021 per mostrare alla popolazione, in occasione delle votazioni sulle iniziative contro i pesticidi, quello che facciamo per l'ambiente. E queste misure sono già in vigore", dice Ritter.
Concretamente, si tratta di misure che riguardano la biodiversità e l'utilizzo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari.
"Su questi punti, è vero, si stanno facendo passi avanti, ma noi vorremmo che ci fossero più elementi sostanziali proprio nella politica agricola. Ciò che mi delude è il modo con il quale si sta svolgendo il dibattito, l'alleanza tra i contadini e il mondo economico, fatta in vista delle elezioni federali, ha bloccato tutte le proposte, a parte una che è inaccettabile nel 2023, cioè di togliere alle organizzazioni ambientaliste la possibilità di partecipare alla procedura di omologazione dei prodotti fitosanitari", sostiene la consigliera nazionale dei Verdi, Sophie Michaud Gigon. La critica è di voler ridimensionare in modo importante il ruolo di queste organizzazioni.
"Non è vero. Le organizzazioni ambientaliste hanno molto potere in Svizzera. Hanno il diritto di ricorso, dispongono di molti mezzi finanziari e possono influenzare le decisioni a livello politico", replica Markus Ritter.
In Consiglio nazionale, dice Sophie Michaud Gigon, verranno discusse diverse proposte di minoranza. "Per esempio la questione dei canali di distribuzione più brevi, la possibilità di avvicinare il produttore e il consumatore ed avere dei margini trasparenti".
Il presidente dell'Unione svizzera dei contadini e deputato del centro, Markus Ritter, dal canto suo sostiene che: "È vero, sono punti importanti, ma questi emendamenti sono inutili perché tali possibilità ci sono già oggi".