Conflitto Israele-Hamas

Anche in Svizzera c’è chi vuole tagliare i fondi all’UNRWA

Berna non ha ancora versato i 20 milioni annui all’agenzia per i palestinesi e attende l’esito dell’inchiesta. In Parlamento c’è chi preme per una sospensione degli aiuti e chi vuole attendere l’inchiesta

  • 28 gennaio, 18:04
  • 28 gennaio, 18:04

SEIDISERA del 28.01.2024 Il servizio di Anna Riva

RSI Svizzera 28.01.2024, 17:44

  • Reuters
Di: SEIDISERA/pon

La Svizzera non ha ancora pagato il suo contributo all’UNRWA per il 2024 e prima di decidere attende maggiori informazioni e l’esito dell’inchiesta sulle accuse rivolte a 12 dipendenti dell’agenzia dell’ONU per i palestinesi, che sarebbero implicati negli attacchi del 7 ottobre. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha ribadito domenica quanto aveva risposto già sabato alla RSI. In ballo ci sono 20 milioni di franchi e il Parlamento potrebbe avere la sua da dire.

Durante la recente sessione invernale, le Camere federali si erano trovate in disaccordo sui fondi da destinare all’agenzia: gli Stati volevano inizialmente versare 20 milioni, poi scesi a 10; il Nazionale voleva invece tagliare del tutto il contributo. Alla fine il budget per l’aiuto umanitario è stato ridotto di 10 milioni, ma il preventivo per il 2024 non dice esplicitamente che il taglio va ai danni dell’UNRWA. Tuttavia sono state precisate le condizioni per la concessione dei fondi umanitari destinati al Medio Oriente. I soldi devono essere erogati nel 2024 solo dopo aver consultato le commissioni di politica estera e in tranche. Stando al DFAE, queste consultazioni non hanno ancora avuto luogo.

Pareri opposti in Parlamento

E ora c’è chi ha già chiesto che Berna decreti uno stop al pagamento. Durante un dibattito nella trasmissione d’informazione “Forum” della radio romanda RTS, il consigliere nazionale Pierre-André Page (UDC) si è detto favorevole alla sospensione dei contributi e ha annunciato che la Commissione della politica estera di cui è membro discuterà della questione nella seduta prevista per lunedì e martedì. “Per fortuna abbiamo deciso di far analizzare tutti i versamenti in favore di organizzazioni governative e non governative in Palestina. Emergono abusi e malfunzionamenti importanti”, afferma il suo collega di partito e di commissione Franz Grüter. Sul fronte opposto si schiera l’ecologista ginevrino Nicolas Walder, stando al quale interrompere il sostegno oggi sarebbe un passo falso: “Dobbiamo aspettare i risultati dell’inchiesta per capire se si tratta del comportamento di una decina di individui o se c’è stato un errore grave dell’istituzione”, afferma. Tanto più, ricorda, che le accuse formulate da Israele devono ancora essere verificate e che non si sa quindi nemmeno con certezza se davvero i 12 dipendenti licenziati siano responsabili di quanto viene rimproverato loro. Non si può quindi procedere ora a una punizione collettiva che colpirebbe milioni di palestinesi, aggiunge Walder. L’UNRWA - va ricordato - è diretta da uno svizzero, Philippe Lazzarini.

Appelli a evitare questa punizione collettiva sono giunti questo fine settimana dal segretario generale dell’ONU Antonio Guterres e dai Paesi che ospitano da decenni i campi profughi palestinesi in cui opera l’UNRWA, come per la Giordania.

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Finora almeno nove Paesi hanno decretato la sospensione degli aiuti: gli Stati Uniti per primi, poi - fra gli altri - Canada, Australia, Regno Unito, Italia, Finlandia e Germania. La Francia ha detto di non prevedere nuovi versamenti almeno fino a luglio.

Un altro grande donatore, la Norvegia, ha fatto sapere invece che proseguirà con il proprio contributo.

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L’UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi creata nel 1949, fornisce protezione, sostegno finanziario e alimentare d’emergenza a 5,9 milioni di profughi non solo nella Striscia di Gaza, ma anche in Giordania, Cisgiordania, Siria e Libano. Sono i discendenti dei 700’000 palestinesi scacciati dalle loro terre al momento della creazione dello Stato di Israele. Con un budget vicino al miliardo di dollari annuo, impiega più di 20’000 persone. I suoi compiti - essenziali per la popolazione locale - comprendono l’educazione e l’assistenza medica di base: secondo i dati del 2023, gestisce oltre 700 scuole per più di mezzo milione di allievi. Nella sola Striscia di Gaza sono 284 istituti - diversi dei quali colpiti dai recenti bombardamenti israeliani - 294’000 studenti e quasi 10’000 docenti. Le strutture sanitarie sono 140 in tutto. Le 22 di Gaza visitano oltre 3,5 milioni di pazienti l’anno. Stando a un bilancio aggiornato prima di Natale, 142 dipendenti dell’UNRWA sono stati uccisi - talvolta con le loro famiglie - dall’inizio dell’offensiva israeliana.

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