Gli arrivi di profughi ucraini e di conseguenza le richieste di permessi S sono nettamente diminuiti nelle ultime settimane e questo avrà conseguenze anche per il personale ausiliario dei centri federali dell'asilo. I beneficiari di un contratto temporaneo saranno ridotti dal 1° settembre da 130 a circa 60, una decina per struttura. Lo ha reso noto giovedì la Segreteria di Stato della migrazione.
"In maggio", ha spiegato la SEM in una lettera inviata ai collaboratori, avevamo supposto che il flusso di persone in cerca di protezione sarebbe rimasto a un livello costante fino alla fine dell'anno, ma non è stato così". Per le prossime settimane "partiamo dal principio che le domande si attesteranno sul basso livello attuale", aggiunge, scusandosi di non poter dare maggiori garanzie, dopo che tre mesi fa era stato promesso un impiego fino al termine del 2022.
Dal picco di 1'000 persone al giorno a metà marzo, nelle prime fasi della guerra, si è scesi a meno di un centinaio. Se si dovesse assistere a una nuova impennata, si procederà a nuove assunzioni, "il personale può essere formato rapidamente", ha spiegato la portavoce Anne Césard.
Attualmente sono circa 60'000 gli ucraini che hanno ricevuto lo statuto S. Prevedere la loro evoluzione è difficile: mercoledì la SEM aveva ipotizzato che per fine anno si arrivi a 85'000 o persino 120'000, numeri che tuttavia al ritmo attuale non verrebbero nemmeno avvicinati.
Mercoledì la consigliera federale Karin Keller-Sutter ha dichiarato che l'incertezza regna sovrana sullo statuto di protezione stesso, a cui ha diritto chi scappa dal conflitto. Il Governo dovrà decidere se prolungarlo per sei mesi a partire da marzo 2023 oppure se abrogarlo. Berna intende in ogni caso coordinarsi con gli altri Stati dello spazio Schengen sulla questione.
RG 07.00 del 24.08.22 - La corrispondenza di Gian Paolo Driussi