Svizzera

Asilo, con la procedura rapida calano i magrebini

A Zurigo, dove è stata testata, i richiedenti nordafricani sono diminuiti del 62% in sei mesi - Nessuna domanda è stata accolta

  • 10 maggio, 12:31
  • 10 maggio, 12:39
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Il Centro federale d'asilo di Zurigo

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Di: ATS/pon 

Le domande di asilo da parte di cittadini di Paesi del Maghreb sono in forte calo da quando - sei mesi fa - la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha adottato la procedura di 24 ore al Centro federale (CFA) di Zurigo. In questo lasso di tempo il numero di richiedenti da questa regione nella struttura è diminuito del 62%, precisa in una nota diffusa oggi, venerdì. A livello nazionale la flessione è del 40% circa.

Nel dettaglio, dallo scorso novembre al centro di Zurigo sono state depositate 413 domande d’asilo da parte di persone provenienti dall’Africa settentrionale. In 102 casi non si è entrati nel merito in quanto la competenza incombeva a un altro Stato europeo nel quadro del sistema di Dublino, precisa la SEM. In 185 casi la domanda è stata stralciata perché i richiedenti hanno lasciato il CFA o violato l’obbligo di collaborare, e per 98 di questi casi stralciati è stato disposto l’allontanamento in un altro Stato aderente all’accordo di Dublino. In 31 casi la domanda è stata respinta. In nessun caso è stato concesso l’asilo. Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha esaminato 14 decisioni d’asilo pronunciate dalla SEM in seguito alla procedura di 24 ore e le ha confermate.

Procedure accelerate ora in tutto il Paese

Da fine aprile queste procedure, estremamente celeri, sono applicate in tutte le regioni svizzere, ricorda la SEM, aggiungendo che Confederazione e Cantoni stanno inoltre collaborando ancora più strettamente per intraprendere azioni mirate “contro i pochi criminali plurirecidivi che si muovono su tutto il territorio”. Lo stretto coordinamento tra le autorità coinvolte dovrebbe permettere di migliorare lo scambio di informazioni e di sfruttare in modo ottimale la totalità delle misure di diritto penale e in materia di stranieri, secondo la SEM. A tale scopo in tutte le regioni d’asilo vengono organizzate tavole rotonde con gli attori coinvolti. In Ticino si sono già svolti due colloqui di questo tipo, e il terzo è in programma.

Si cercano nuove soluzioni

In passato è spesso capitato che alcuni richiedenti si presentassero ai CFA durante il fine settimana per poi andarsene prima ancora che si potessero rilevare le loro impronte digitali e avviare formalmente la procedura d’asilo. Limitare l’accesso durante i week-end risulterebbe difficile in quanto deve essere comunque garantito l’accesso alle persone vulnerabili, sostiene la SEM, aggiungendo che sta valutando la possibilità di istituire un servizio di picchetto, che permetterebbe di identificare gli individui in arrivo e respingere coloro la cui domanda è già stata evasa altrove o stralciata nell’ultimo quinquennio.

Prima della decisione in merito, la SEM verificherà, entro l’estate, quante persone, dopo l’introduzione della procedura di 24 ore, si presentano presso i CFA nel fine settimana per poi andarsene poco dopo. Qualora il fenomeno diminuisse fino a essere appena percettibile, si rinuncerebbe a introdurre ulteriori misure.

La SEM ha inoltre esaminato la questione se in futuro i richiedenti provenienti da Stati con un tasso di concessione dell’asilo estremamente basso debbano come prima cosa motivare per iscritto la propria domanda e ha verificato quali adeguamenti sarebbero necessari in questo senso a livello legale. Poiché l’attuazione di tale misura comporterebbe considerevoli difficoltà dal punto di vista giuridico e pratico, per il momento questa opzione viene scartata. Insieme ai Cantoni la SEM sta vagliando le possibili alternative.

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RG 12.30 del 10.05.2024 - La corrispondenza di Alessio Veronelli

RSI Info 10.05.2024, 12:02

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