Nove attivisti climatici che nel luglio del 2019 bloccarono la sede del Credit Suisse, durante un’azione di protesta, sono stati condannati oggi, venerdì, a pene pecuniarie sospese. Il Tribunale distrettuale di Zurigo li ha riconosciuti colpevoli di coazione e, per otto di loro, violazione di domicilio. La corte ha così accolto le richieste della Procura; la difesa aveva invece chiesto il proscioglimento.
Dei nove imputati, sette provengono dalla Romandia; solo due di loro hanno preso parola durante il dibattimento.
I fatti risalgono all’8 luglio di due anni fa, quando gli imputati presero parte a un’azione di protesta davanti all’entrata della sede zurighese della banca, in Paradeplatz, con lo scopo impedire l’accesso all’edificio per protestare contro le attività del Credit Suisse ritenute nocive per l’ambiente e chiedere all’istituto di smettere immediatamente di finanziare l’estrazione del petrolio, del carbone e del gas.
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I militanti si erano serviti di vasi di piante e biciclette e alcuni si erano incatenati; 51 persone sono state denunciate ma in 42 hanno accettato il decreto d’accusa emanato dalla procura e non sono quindi state rinviate a giudizio.
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