Ottanta morti e 1’900 feriti gravi all’anno. Sono questi i numeri che caratterizzano gli incidenti che avvengono in Svizzera sulle strade urbane che hanno un limite di velocità a 50 km/h. Cifre che per l’Ufficio prevenzione infortuni (UPI) potrebbero ridursi di un terzo, se nelle zone urbane venisse introdotto il limite di 30 km/h.
“Il 60% circa degli incidenti stradali gravi si verificano all’interno delle località”, più precisamente “su strade principali orientate al traffico e su strade secondarie con diritto di precedenza”, indica il centro di competenza, che invoca un cambio di paradigma: “L’UPI non chiede l’introduzione generalizzata della velocità 30 nei centri abitati, ma in tutti i punti in cui la sicurezza lo richiede, quindi anche su tratti di strade orientate al traffico”, ha sottolineato il direttore generale dell’UPI Stefan Siegrist al Forum sulla circolazione stradale che si è tenuto questo giovedì a Berna.
L’UPI ha sviluppato quindi il “modello 30/50”, con il quale propone che il limite di 30 km/h venga introdotto “anche sulle strade orientate al traffico che sono densamente edificate su entrambi i lati e che hanno un forte afflusso di pedoni e ciclisti”.
Ecco come i 30 km/h salvano vite
Ma quali sono gli effetti principali del ridurre la velocità a 30 km/h? L’UPI ne indica tre. Il primo è una riduzione degli errori di guida: “A velocità ridotta chi è al volante ha più tempo per elaborare le informazioni, farsi un quadro completo della situazione e reagire con la dovuta tempestività”. Il secondo riguarda la distanza di frenata: “A 30 km/h lo spazio di arresto si dimezza rispetto a quando si circola a 50 km/h. Un’automobile che si sposta a 30 km/h e frena bruscamente si ferma del tutto dove un’automobile che viaggia a 50 km/h è ancora in fase di reazione”. Il terzo punto si riferisce alla forza dell’impatto: “Più bassa è la velocità di collisione, minori sono la forza d’impatto e il carico biomeccanico. Il rischio per un pedone di perdere la vita in casi di urto con un veicolo è sei volte inferiore se quest’ultimo circola a 30 anziché a 50 km/h”.
“Nessun impatto sulla fluidità del traffico”
E come la mettiamo con il traffico? Secondo il centro di competenza non c’è nessun impatto significativo sulla fluidità della circolazione: “Se il tratto interessato rimane prioritario, la riduzione del limite massimo di velocità non ha un impatto significativo sulla capacità di assorbimento degli assi principali e non provoca traffico parassitario”. Per l’UPI è infatti importante che queste strade restino prioritarie, per evitare che vi siano deviazioni su percorsi alternativi.
Notiziario delle 14:00 del 09.11.2023
Notiziario 09.11.2023, 14:30