Auto usate che finiscono all’estero

Un giro d’affari per centinaia di milioni di franchi. È quello legato alle auto usate acquistate in Svizzera e rivendute all’estero. Compravendite effettuate esclusivamente in contanti e vetture che finiscono per lo più nei Balcani o in Europa dell’Est, per un mercato però opaco con sospetti di legame al crimine organizzato.

Questo mercato è sempre in crescita ma resta avvolto in parte dal mistero. Lo scorso anno dalla Svizzera sono state esportate 136’000 automobili usate per un valore stimato attorno ai 642 milioni di franchi. Dieci anni fa erano 125’000 per 330 milioni. Poco importano chilometraggio e condizioni del veicolo per vetture che vanno a finire, principalmente, in Serbia, Polonia, Bulgaria. L’export di questo genere di veicoli avviene però anche con la Francia, da dove, verosimilmente, le vetture usate finiscono poi in Africa.

Secondo un servizio della radio svizzerotedesca SRF pare che le migliori auto usate per questo genere di esportazione siano quelle elvetiche. Sono meglio persino di quelle tedesche (spiega un commerciante serbo che preferisce rimanere anonimo) visto che generalmente le condizioni del veicolo sono migliori e i chilometri percorsi meno delle vetture recuperate in Germania.

Normalmente i commerci di auto usate avvengono con un classico bigliettino lasciato sotto il tergicristallo in cui è indicato un numero da contattare (in breve tempo comunque lo stesso viene disattivato). Le transazioni avvengono esclusivamente in contanti, tanto che le autorità elvetiche stanno tenendo sotto controllo questo mercato particolare a causa di sospetti di riciclaggio di denaro legato al crimine organizzato.

Al momento sembra essere tutto legale, almeno da parte svizzera. All’affare, inoltre, prendono parte anche alcuni concessionari elvetici per i quali riparare un veicolo usato è meno conveniente che venderlo a chi lo esperta verso l’estero.