Il Consiglio federale non vuole un'indagine esterna riguardante la sorveglianza che l'Ufficio federale dei trasporti (UFT) aveva esercitato nei confronti di AutoPostale tra il 2007 e il 2015. È quanto è stato dichiarato in risposta ad alcuni postulati presentati dalla Commissione della gestione del Consiglio degli Stati.
Il caso era scoppiato nel febbraio 2018, quando l'UFT ha pubblicato un rapporto che rivelava trasferimenti illegali tra il 2007 e il 2015 di costi e ricavi da trasporti regionali sovvenzionati verso altri settori. AutoPostale ha già rimborsato circa 205 milioni di franchi di sovvenzioni percepite indebitamente. Lo scandalo è costato il posto alla CEO della Posta Svizzera, Susanne Ruoff, che ha lasciato l'azienda nel giugno del 2018.
Tra l'altro, proprio sull'edizione di giovedì del quotidiano "Blick" si legge che il consiglio d'amministrazione della Posta avrebbe incoraggiato le manipolazioni contabili operate da AutoPostale e scoperte nel 2018 e che l'azienda si era difesa sottolineando che le irregolarità della filiale erano cominciate molto prima.
Da parte sua, l'Ufficio federale di polizia sta conducendo un procedimento penale amministrativo nei confronti di sei ex quadri, tra cui Landolf e Koradi. Il sospetto è quello di una frode architettata nell'ambito dell'ottenimento delle sovvenzioni. Rischiano tutti fino a cinque anni di carcere e multe fino a 30'000 franchi.
Trasporto pubblico sotto la lente
Il Quotidiano 20.02.2020, 20:00