La Banca cantonale di Basilea (BKB) ha concluso il contenzioso fiscale con gli Stati Uniti. L'istituto ha raggiunto un'intesa con le autorità e pagherà una multa di 60,4 milioni di dollari (circa 59,3 milioni di franchi), si legge in un comunicato diffuso martedì dal dipartimento di giustizia di Washington.
Due settimane fa anche la Banca cantonale di Zurigo (ZKB) ha raggiunto un accordo dello stesso tipo, un cosiddetto "Deferred Prosecution Agreement". L'intesa all'istituto zurighese è costata 98,5 milioni di dollari.
Il poco ambito primato spetta comunque al Credit Suisse (2,6 miliardi nel 2014). Sono decine di istituti elvetici inseriti nella categoria 1 (già perseguite) o autoclassificatesi nelle categorie 2 (con clienti statunitensi sospettati di aver sottratto denaro al fisco) che hanno versato cifre più o meno consistenti. Ricordiamo per esempio i 211 milioni della BSI. Alcuni casi sono ancora in sospeso. Nelle categorie 3 e 4, uscite indenni, sono finite le banche in grado di provare di non aver violato le regole o attive solo a livello regionale. UBS si mosse in anticipo e pagò 780 milioni già nel 2009.
BKB, accordo col fisco statunitense
Telegiornale 29.08.2018, 14:30