Il Consiglio federale ha avviato oggi, giovedì, la consultazione sull'introduzione di una garanzia statale della liquidità delle banche di rilevanza sistemica, per far fronte ad eventuali crisi di questi istituti.
Questo strumento è già stato usato per evitare il collasso di Credit Suisse, ma ricorrendo al diritto di necessità. Vista l'urgenza, il periodo per la procedura di consultazione è stato abbreviato e si concluderà già il prossimo 21 giugno.
Il cosiddetto "public liquidity backstop" (PLB) rientra tra gli strumenti standard adottati a livello internazionale per la gestione delle crisi, indica in una nota odierna il Governo. Nel marzo 2022, l'Esecutivo aveva già stabilito i parametri di riferimento per introdurre questo sistema anche nella Confederazione. Il caso Credit Suisse ha però accelerato il processo.
Dato che le garanzie statali di liquidità non sono disciplinate in Svizzera a livello normativo, lo scorso marzo il Consiglio federale è intervenuto emanando un'ordinanza, basata sul diritto di necessità, per porre le basi legali in modo da scongiurare il fallimento di Credit Suisse e permetterne l'acquisizione da parte di UBS.
Salvataggio Credit Suisse: le responsabilità della politica
RSI Info 24.03.2023, 17:55
Contenuto audio
Il funzionamento
Il progetto attuale mira a trasporre nel diritto ordinario, mediante modifica della legge sulle banche, il contenuto dell'ordinanza, ossia le disposizioni sul PLB e altre misure adottate a sostegno del matrimonio forzato fra i due leader elvetici del settore.
Il "public liquidity backstop", spiega il Governo, entra in gioco quando la liquidità propria di una banca non basta più per soddisfare i suoi obblighi finanziari e, secondariamente, quando le possibilità della banca centrale di prestare aiuti in cambio di sufficienti garanzie sono esaurite. Inoltre, consente all'istituto d'emissione di predisporre ulteriori fondi liquidi garantiti dallo Stato. L'importo viene stabilito nel singolo caso e a seconda delle circostanze.
Il suo utilizzo è previsto per le banche di rilevanza sistemica, categoria della quale, in Svizzera, oltre ai promessi sposi Credit Suisse e UBS, fanno parte pure PostFinance, Raiffeisen e Banca cantonale di Zurigo. Questo perché, sostiene l'Esecutivo, una situazione di emergenza o un fallimento di una di esse può comportare notevoli squilibri nel sistema finanziario e gravi danni per l'economia svizzera.
Norme “too big to fail” da rivedere
Il Consiglio federale evidenzia infine come, nell'ambito dell'analisi dei fatti per far luce sulle circostanze che hanno portato all'operazione Credit Suisse-UBS, sarà necessaria una rivalutazione complessiva dell'intera regolamentazione "too big to fail" e quindi anche degli strumenti contenuti in questo progetto di legge. I risultati dovranno essere presentati al Parlamento in un prossimo rapporto governativo, nel quadro del quale è previsto l'adempimento di diversi mandati di verifica che le Camere federali hanno assegnato all'esecutivo a seguito degli eventi del mese di marzo.
UBS-Credit Suisse, la politica chiede trasparenza
Telegiornale 17.05.2023, 20:00