Svizzera

Beat Jans sull’asilo: “Situazione non più così critica”

Secondo il consigliere federale, alcune proposte dell’UDC sono “in contraddizione con la Costituzione” - Possibile “esternalizzare” le procedure per evitare “annegamenti nel Mediterraneo”

  • 25 settembre, 22:14
  • 26 settembre, 08:24

Asilo, l'intervista a Beat Jans

Telegiornale 25.09.2024, 20:00

Di: TG/RSI Info 

Alcune proposte dell’UDC in materia d’asilo, approvate martedì dal Consiglio nazionale, sono “in contraddizione con la Costituzione”. Lo ha affermato il consigliere federale Beat Jans, a capo del Dipartimento della giustizia. Tra queste, spicca la misura di impedire i ricongiungimenti familiari per chi è accolto provvisoriamente. Mercoledì, tali proposte sono state rinviate alla commissione competente dal Consiglio degli Stati.

“Sono contento che il Consiglio degli Stati si prenda il tempo necessario per discutere queste proposte che, in parte, contraddicono la Costituzione federale e il diritto internazionale. Inoltre, sono difficili da mettere in pratica”, ha dichiarato Jans intervistato dalla RSI.

La questione dell’asilo rimane al centro del dibattito politico. L’anno scorso, 30’000 persone hanno chiesto asilo in Svizzera, e per quest’anno si prevede un numero simile. Ma la situazione sembra essere meno critica: “Arrivano meno persone di quanto si pensava a inizio anno. Nei centri federali i posti sono sufficienti, la situazione si è calmata e anche la criminalità nei - e attorno ai - centri è diminuita. I provvedimenti stanno funzionando”, ha affermato.

“Esternalizzare” le procedure d’asilo

Una delle proposte più discusse riguarda lo spostamento all’estero delle procedure d’asilo ed è stato accolto un postulato per esaminare questa possibilità. “Penso che potrebbe essere un modo per offrire, ad esempio, a chi vive in Africa la possibilità di richiedere asilo in Svizzera regolarmente, senza affrontare pericoli come la traversata del Mediterraneo. Tuttavia, sarà complesso trovare una soluzione, e la collaborazione con l’UE è essenziale. I diritti umani devono essere rispettati e le procedure devono essere giuste e costituzionali”, ha affermato il consigliere federale.

I controlli sui confini “ci sono sempre stati”

Nel frattempo, la Germania continua a rafforzare i controlli ai confini, inclusi quelli con la Svizzera. A chi chiede lo stesso approccio per il nostro Paese, Jans ha risposto: “La Svizzera ha sempre fatto controlli. Non siamo nell’unione doganale, quindi i nostri doganieri controllano merci e documenti. Anche noi abbiamo intensificato i controlli in passato, come per i Mondiali e le Olimpiadi, senza impatti significativi sulle entrate illegali o sulle richieste d’asilo, che sono comunque in calo rispetto all’anno scorso, per diversi motivi”.

Un altro tema cruciale è l’introduzione della procedura d’asilo di 24 ore per i migranti provenienti dal Maghreb, avviata in primavera. Jans ha spiegato che la situazione a Chiasso è migliorata grazie a questa misura, con una riduzione del 40% dei migranti da questi Paesi nei centri federali e una diminuzione della criminalità nelle strutture e nei dintorni.

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