Berna, manifestanti alla cassa

La città di Berna sta valutando di riversare sui dimostranti parte dei costi causati dalle manifestazioni non autorizzate degli oppositori alle misure anti-Covid-19. Ogni manifestazione di questo genere causa spese che variano dai 100'000 ai 200'000 franchi e i presupposti per far passare alla cassa, almeno in parte, i manifestanti sono dati da una legge cantonale sulla polizia.

A confermarlo alla televisione regionale Telebärn è stato il direttore del Dipartimento della sicurezza Philippe Müller, spiegando che per applicare questa norma è necessario “che la manifestazione non sia autorizzata, che non si rispettino le condizioni dettate o che ci sia violenza”. Condizioni che nel caso delle ultime proteste sono soddisfatte, dal momento che migliaia di persone sono scese in strada senza la necessaria autorizzazione e che si sono spesso verificati episodi di violenza, con la polizia che ha dovuto impiegare cannoni ad acqua, proiettili di gomma e gas irritanti”.

“Certo, bisogna prima fermare o identificare i violenti: non è facile, ma è possibile. Non abbiamo ancora esperienza con questa legge ma dobbiamo iniziare”, ha aggiunto Müller.

Nelle ultime settimane, la polizia bernese ha sempre imbastito un grande dispiegamento di forze e in vista delle prossime proteste sta inoltre pensando di chiedere rinforzi agli altri cantoni sulla base del concordato della Svizzera nord-occidentale.

“Punire tutti: da destra a sinistra”

La capitale federale è da sempre teatro di manifestazioni di ogni colore politico, ma la nuova legge non è finora mai stata applicata. Il presidente dell’UDC bernese, Manfred Bühler, chiede tuttavia che non si facciano distinzioni: “Ogni manifestazione che degenera, indipendentemente dal colore politico di chi partecipa e dal partito che la organizza, deve essere condannata – ha sottolineato ai nostri microfoni –. La legge deve poi essere applicata allo stesso modo per tutti se le regole non vengono rispettate”.