L’impatto del coronavirus sulle attività produttive di tutto il mondo si fa sentire anche sul mercato delle biciclette. Stando a un sondaggio condotto da Velosuisse fra i rivenditori, le aziende sono ben attrezzate al momento, nonostante la situazione di epidemia.
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Tuttavia, a partire dal mese di maggio potrebbero esserci strozzature nell’offerta qualora le catene di approvvigionamento provenienti da Cina, sud-est asiatico e, in alcuni casi, Europa non dovessero tornare di nuovo a funzionare. Già ora alcuni pezzi di ricambio sono difficili da ottenere perché le fabbriche sono chiuse o mancano le consegne, dice Velosuisse.
Le officine di riparazione delle bici sono esentate dall'ordine di chiusura del Consiglio federale, ricorda l’associazione, raccomandando tuttavia ai suoi membri di effettuare le vendite per telefono o online e di mantenere la distanza minima dal cliente durante le riparazioni.
"Sempre più persone scoprono l'e-bike come alternativa ai mezzi pubblici per risparmiare tempo, per promuovere la salute e, in tempi di coronavirus, come alternativa igienica al trasporto pubblico", scrive Velosuisse, facendo sapere che nel 2019 si è registrata una forte vendita di bici elettriche in Svizzera: 133'000, in progressione del 19% rispetto all'anno prima, mentre le bici “classiche” hanno subito un leggero calo (-1,4%).